SAN FOCA-Nonostante il cantiere per la costruzione del gasdotto alle porte, sul sito del Ministero dell’Ambiente la procedura di verifica di ottemperanza alle prescrizioni di Valutazione di impatto ambientale risulta sospesa, almeno con riferimento a quella relativa al microtunnel che dal mare sottopassa la spiaggia di San Foca, la pineta per poi risbucare in campagna e riprendere il percorso interrato per otto chilometri nell’entroterra. Per i No Tap, è la prova dell’inevitabile rinvio dei lavori, il cui inizio è previsto a fine mese, e della non fattibilità della proposta di far approdare il tubo con la tecnica, appunto, del microtunnel, la cui alternativa è una trincea da scavare, ma che necessiterebbe di una nuova Via. “Non è così”, replicano dalla multinazionale svizzera, che il 24 dicembre ha ricevuto dal Ministero l’ok alla calendarizzazione delle fasi di costruzione: prima dell’estate, lo scavo del pozzo a terra; poi, dopo il fermo stagionale, ad ottobre è previsto l’altro scavo, quello del mircotunnel nella sezione onshore, sempre a terra. Nella primavera del prossimo anno, invece, si avvierà la sezione a mare.
Fino ad allora, dicono da Tap, sarà sciolto il nodo su una delle prescrizioni, la A5, relativa, appunto, al tratto offshore. Il Ministero dovrà stabilire se dovrà essere sottoposta a valutazione di impatto ambientale anche questa parte oppure no, ma per decidere servirà un progetto esecutivo per intero della sezione marina. La Commissione tecnica di verifica l’ha ribadito nel parere del 18 dicembre scorso: quella documentazione progettuale non può essere presentata frazionata.
Per gli attivisti che si oppongono all’opera, “per le prescrizioni A3 e A5 la Trans Adriatic Pipeline avrebbe dovuto fornire documentazione di dettaglio sulla progettazione ANTEOPERAM del microtunnel e di un’eventuale alternativa in caso di impossibilità di realizzazione. Questa progettazione doveva essere supportata da prospezioni geologiche accurate della zona interessata, pure eseguite, ma assenti nella documentazione presentata al Ministero”. Incongruenze “macroscopiche” che, a loro avviso, metterebbero in forse l’intero microtunnel. Tap, invece, tira dritto per la sua strada e conferma che si farà.
“Ma è chiaro solo un dato – replicano dal Comitato – vale a dire che se la multinazionale non ottempera alla progettazione, verifica di fattibilità, prospezioni geologiche a mare e a terra, non potrà cantierizzare il microtunnel”.