LECCE- La vendita all’asta da parte del Comune di Lecce degli immobili di edilizia residenziale pubblica del centro storico scotta, e non poco, tanto da indurre il consigliere comunale Udc, Luigi Melica, a chiedere le dimissioni dell’assessore alla Casa, Attilio Monosi, perché, a suo avviso, avrebbe mentito in Consiglio comunale, nella seduta del 20 luglio scorso. “C’è stata un’incomprensione“, replica l’interessato, mentre il Pd, tramite il capogruppo Paolo Foresio, insiste sulla revoca di tutti gli atti di alienazione di quegli appartamenti.
Per capire la vicenda, bisogna fare un passo indietro. Sabato scorso, in conferenza stampa, il Pd denuncia un’anomalia: gli immobili da vendere a privati, inseriti nel Piano delle alienazioni varato dal Consiglio comunale del 20 luglio 2015, sono contenuti in un elenco non coincidente con quello autorizzato, invece, dalla Regione Puglia il 19 novembre 2013 per complessivi 174 appartamenti sui 618 di cui Palazzo Carafa è proprietario.
“Eppure – riferisce Melica – Monosi mi aveva rassicurato sul fatto che gli alloggi fossero stati periziati in relazione al loro valore e inviati in un elenco alla giunta regionale, la quale aveva autorizzato il Comune”. Il riferimento è a queste parole, pronunciate nell’assise del 20 luglio scorso: http://www.comune.lecce.it/comune/consiglio/download/lavori-consiglio-comunale?DocumentId=14791, minuto 29.
Da qui la domanda: “Ha, dunque, l’assessore Monosi, detto una bugia a me ed a tutti i consiglieri comunali presenti in aula?”
Di quanto detto in Consiglio, Monosi dà lettura diversa: “Nessuna bugia. Ricorderà male Melica. Non ho detto – spiega – che quegli immobili fossero stati autorizzati dalla giunta regionale, ma che era intenzione dell’amministrazione alienarli dopo aver incassato le autorizzazioni e che l’intenzione era poi di acquistare fuori dal centro storico altri immobili da destinare a edilizia residenziale pubblica, assegnandoli attraverso lo scorrimento delle graduatorie”.
Il Pd insiste sulla revoca di tutti gli atti di vendita, poiché illegittima. Di più, “a smentire Monosi – aggiunge Foresio – sono le carte che cantano perché alcune abitazioni del centro storico inserite nel piano delle alienazioni sono già state vendute all’asta, come nel caso dell’immobile in via Giravolte 29, aggiudicato lo scorso 24 novembre, ( al prezzo di 72mila euro, ndr) e non certo venduto a qualcuno presente nella graduatoria Erp. Già solo questo contraddice le rassicurazioni dell’assessore secondo cui gli appartamenti saranno destinati a chi vive per strada e attende un alloggio da mesi”.