Cronaca

La testimonianza: “La mia prima volta a Parigi. Questi terroristi folli non ci chiuderanno nei nostri confini”

PARIGI (di Elisabetta Paladini)- 13 novembre 2015:Lo smarrimento, la paura, l’angoscia delle persone per i loro cari. Tutti al telefono a cercare di rintracciare tutti con il terrore negli occhi. Non può essere vita questa“. E’ il commento a caldo della nostra salentina Anna Caputo di Arci Lecce, che al momento si trova a Parigi.

Notte di terrore nella capitale francese, colpita da una serie di attentati terroristici, rivendicati presto dall’Isis:  “La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa”, si legge sul canale “Dabiq France”, la rivista francese dello Stato islamico. Altri messaggi jihadisti intanto minacciano: dopo Parigi, ora “tocca a Roma, Londra e Washington”. Sono 128 i morti e 192 i feriti, molti in gravi condizioni. Sono almeno otto i terroristi morti, uno  era un kamikaze.

Era la mia prima volta a Parigi…-racconta Anna Caputo Avevamo programmato questo velocissimo viaggio da tre mesi con mia figlia per pura distrazione. Volevo visitare la città in un mese che mi pareva meno turistico e quindi più tranquillo….“. E invece così non è stato. Da un momento all’altro si è scatenato l’inferno: la guerra ha avuto inizio.

Anna si trovava con sua figlia in un piccolo ristorante su rue de Courcelles, Zona Champs elysees: Stavamo cenando e in diretta abbiamo appreso che attorno a noi era l’inferno. La fuga di tutti. La paura. Tutto è iniziato lentamente. C’era una tv accesa sulle news. Mia figlia chiede cosa significa in francese fucilades e le dico sparatoria. Leggo la notizia di due sparatorie a Parigi. Le dico che sono cose normali in una grande città. Poi è un crescendo. Il panico tra avventori. Al concerto si mormora di 100 uccisi uno alla volta. La tv dice di chiudersi in strada. Tutti al telefono a chiamare famiglia e amici. Prendiamo la via per l’albergo in una Parigi vuota spettrale con esercito e polizia che la percorrono. Ansia e affanno. L’albergo ha chiuso il portone e lasciato una porta piccola per entrare con controllo. Le tv riportano momento per momento i fatti. Allo stadio la gente meravigliosa canta la Marsigliese. Al concerto una carneficina. Nei ristoranti un eccidio“.

Gli attentanti si sono consumati in sei posti differenti:  esplosioni e morti allo Stade de France, dove era in corso l’amichevole Francia-Germania e dove si trovava anche il presidente Francois Hollande. Terroristi in azione con cinture esplosive anche al teatro Bataclan, dove si stava svolgendo   il concerto del gruppo americano degli Eagles of Death Metal. Hanno sparato alla folla presente e hanno preso in ostaggio un centinaio di persone, fino al blitz della polizia.  E poi ancora sangue e altre vittime  nel bar La Belle équipe, in rue de Charonne, a Boulevard Voltaire, presso la pizzeria La Casa nostra, in rue de la Fontaine au Roi, e al café Carillon in rue Alibert.

Disperazione, vite spezzate, distruzione. Una notte che ha sporcato di sangue una nuova pagina di storia davanti agli occhi increduli di chi ha assistito in prima persona tra le vie parigine e chi da casa davanti alla Tv. Il presidente Francois Hollande ha presto annunciato lo stato di emergenza su tutto il territorio francese e il ripristino dei controlli alle frontiere. Inoltre è  stato chiesto a tutti di raggiungere le abitazioni e chiudersi a casa. Da qui l’inizio di una grande catena di solidarietà da parte di tutti i francesi: “Sia le macchine private che i taxi -ci racconta ancora Anna Caputo- si fermavano per chiedere se avevamo bisogno di un passaggio”.

In momenti come questi dove la paura e il terrore prendono il sopravvento la solidarietà si dimostra essere l’unico appiglio. E così è stato, così è. La Francia ha tenuto fede al motto nazionale che da sempre la contraddistingue: Liberté, égalité, fraternitè. 

Ma oggi, dopo una notte di attentati, l’ansia continua a tormentare gli animi della gente: “Ad ogni grido rumore -racconta la nostra salentina- ci si affaccia alle finestre. Al momento Parigi è vuota, spettrale”.

Ripristino di voli permettendo, Anna e sua figlia dovrebbero tornare nel Salento lunedì prossimo. Alla domanda se dopo questa esperienza pensano di ritornare un domani a Parigi, risponde: “Sono stata a Tunisi tre giorni dopo l’attentato al Bardo per dare la solidarietà di Arci ai tunisini in occasione del Social Forum Mondiale. Certo che tornerò a Parigi. Questi terroristi folli –conclude– non ci chiuderanno nei nostri confini. Sono destinati a soccombere”.

Di seguito alcune immagini/testimonianza inviate da una parigina:

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