UGENTO- Fa discutere il caso della famosa statua di Zeus, ritrovata a Ugento e ora chiusa in deposito del Museo di Taranto. Nel nuovo museo archeologico di ugento invece, che vanta 12 mila visitatori all’anno, c’ è solo una copia.
La vicenda è salita alla ribalta nazionale con un articolo pubblicato sul Foglio a firma del giornalista alessandro giuri in cui ci si interroga sul motivo per il quale la statua brinzea è chiusa in un deposito. La domanda è stata girata direttamente al ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Dario Franceschini che si è mostrato convinto del fatto che molte cose debbano tornare nei luoghi di provenienza.
Il capolavoro dell’arte arcaica, datato al 530 a.C., è stato rinvenuto la notte di Natale del 1961 durante i lavori di scavo di una veranda privata. Dopo un primo casalingo restauro, Sofia Nicolazzo Codacci Pisanelli, allora ispettrice onoraria della Soprintendenza alle Antichità e presidente della Pro-Loco di Ugento, segnalò la scoperta. Dopo il restauro a roma Il dio folgoratore e protettore dei Messapi ha fatto ritorno nella sua città solo tra il 2002 e il 2004, in occasione della mostra Klahoi Zis; per poi tornare nei depositi di Taranto.
Subito dopo la pubblicazione dell’approfondimento su Il Foglio, dice il direttore del museo di Ugento Paolo Schiavone, si è acceso un grande dibattito che, si spera, contribuisca al rientro a casa dell’originale.