
GUAGNANO- Due richieste di condanna in abbreviato per gli imputati coinvolti nell’operazione “Aequanius” che portò ad arresti per usura, estorsione e attività finanziaria abusiva, a vario titolo, per due anche l’aggravante mafiosa. Strozzinaggio ai danni di imprenditori gettati sul lastrico da personaggi che dei prestiti a strozzo avevano fatto la loro attività.
Le due richieste di condanna sono per l’allora direttore della Bpp di Guagnano Luigi Albanese , originario di Casarano, e Claudio Bianco, 51enne carabiniere. Per il primo sono stati chiesti due anni, per il secondo un anno e 4 mesi di reclusione.
Secondo le indagini portate avanti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce coordinati dalla Dda e dal sostituto procuratore Alessio Coccioli, i presunti usurai agivano autonomamente. Oltre ad Albanese finirono in carcere Fernando Antonio Olivieri, già condannato x 416 bis, molto vicino al clan Tornese, il suo braccio destro Ciro Iaia, Elio Quaranta, Antimo Leone, Pasquale Giannotte. L’usura avveniva con modalità mafiose: per convincere le vittime a pagare venivano tirati in ballo personaggi della Scu di Monteroni. Una delle vittime era stata colpita con un piccone e poi costretta, per un debito di 10 mila euro, a svendere un terreno, che valeva il triplo , per quella somma.
Il meccanismo era quello degli assegni post datati: la vittima chiede denaro in prestito, in cambio dà allo strozzino un assegno post datato già decurtato degli interessi del 10% e con un tasso di interesse mensile del 10% che in un anno diventa del 120%. Le indagini, partite nel febbraio del 2012, sono supportate da intercettazioni telefoniche e acquisizione di documenti, assegni e appunti. Le vittime accertate sono numerose, diversi anche gli indagati. La Banca Popolare Pugliese nella vicenda è naturalmente parte lesa.
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