LECCE- Pare non sia valso a nulla l’annuncio della famiglia che prende le distanze. Un mese fa i parenti di Gioele Greco, neopentito SCU, vennero da noi a TeleRama a dire che loro, con quella decisione, non c’entravano e volevano che questo fosse reso pubblico. Insieme al padre c’era anche il fratello di Gioele, Daymon. Ma sembra che qualcuno, dichiarando guerra al giovane collaboratore di giustizia, stia colpendo i suoi parenti. Dopo l’incendio dell’auto della compagna del padre, qualcuno ha dato fuoco, nella notte, ai cassonetti dei rifiuti al servizio del chiosco di bevande del fratello di Gioele, nella centralissima via Trinchese a Lecce.
Eppure i familiari erano stati chiari: con Gioele non hanno contatti da mesi, da quando è rinchiuso in un carcere chissĂ dove. “Siamo gente che lavora ogni giorno e con questa storia non c’entriamo nulla” avevano detto. E tra l’altro è probabile che a Gioele non arrivino neanche le notizie di quello che succede a Lecce, di questi che sembrano atti intimidatori in piena regola.
Gioele Greco, nonostante la giovane età , è ritenuto dagli investigatori un personaggio di spicco della criminalità organizzata leccese, arrestato più volte in diverse operazioni, l’ultima l’ Eclissi della Squadra Mobile, accusato di associazione mafiosa, strettamente legato prima al clan Nisi, poi a quello di Briganti. Nel gennaio 2013 fu vittima di un agguato in una stazione di servizio sulla Cavallino-Caprarica. Fu ferito ad un fianco da un colpo di pistola. Da aprile i suoi racconti sono al servizio della giustizia e stanno fornendo un quadro su attentati, traffico di droga, smantellamenti e rinascite dei clan della Scu.