Cronaca

Controffensiva al caporalato: braccianti in fuga nei campi. Fioccano maxisanzioni

FRANCAVILLA FONTANA- Un’imprenditrice blocca i finanzieri per consentire ai braccianti agricoli impegnati nella raccolta sui suoi terreni di darsi alla fuga. Scene di decenni fa, che si ripetono, sui campi di Brindisi, emblema di un Salento agricolo che non rinuncia ai vecchi metodi: lavoro nero e caporalato.
È la fotografia più cruda ad emergere dalla controffensiva posta in piedi dalla Guardia di Finanza in queste ore, la stessa che ha portato al controllo di 454 braccianti. E non c’è differenza di pelle che tenga: ne sono stati scoperti 28, tutti italiani, impiegati senza contratto d’assunzione e sprovvisti della comunicazione preventiva agli Enti preposti d’instaurazione di rapporto di lavoro. E’ in corso la verifica della posizione di ulteriori 218 persone. Per oltraggio, violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale è stata denunciata la il rappresentante legale di quella società agricola di Francavilla Fontana, in cui si è fatto di tutto per impedire l’ispezione.

I controlli, voluti dalle Fiamme Gialle e dalla Prefettura, sono iniziati all’alba. Identificati i lavoratori che viaggiavano con i pulmini; sotto la lente anche l’effettivo ruolo dei conducenti dei mezzi diretti nei campi. E poi i militari si sono diretti lì, sui fondi coltivati a vigneti ed ortaggi, al fine di meglio approfondire le modalità di reclutamento della forza-lavoro ed il rispetto degli obblighi fiscali e contributivi.

Una stretta necessaria, l’onda lunga dopo l’estate segnata dalle morti, d’infarto e di fatica, di italiani e stranieri, sui campi della Puglia, da Nardò al Barese. Senza differenze di sesso né di provenienza. Uno choc che ha risvegliato l’intera regione, alle prese ancora con la sua piaga antica, mai sanata, e a cui forse si era ormai fatto il callo.

Ora fioccano le multe, anzi, le maxisanzioni: da un minimo di 1.950 euro ad un massimo di 15.600 euro per ogni posizione irregolare. E bisognerà anche accertare se gli stessi braccianti in nero percepissero indebitamente indennità di disoccupazione o altri sussidi a carico del bilancio pubblico.

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