LECCE- Le parole pronunciate dal Papa durante l’Angelus a Roma, sono più che un appello, ma una richiesta precisa: ogni parrocchia apra le sue porte ai migranti e ospiti, ciascuna, una famiglia di profughi. Da ogni parte d’Italia e d’Europa il messaggio è stato recepito: la chiesa deve dimostrare di servire il prossimo concretamente, con azioni materiali.
Messaggio che è stato recepito anche nella Diocesi di Lecce e in tutto il Salento. Monsignor Domenico d’Ambrosio ha riunito nel seminario di Roca tutti i parroci della Diocesi facendosi portavoce dell’appello del Papa. Alcuni hanno già risposto, altri lo faranno sicuramente nei prossimi giorni.
Il parroco della chiesa S. Vincenzo de Paolis a Lecce, Don Fernando Doria, ha messo a disposizione un appartamento nei pressi di Monteroni che, appena sistemato, potrà ospitare quattro, cinque famiglie.
Stessa disponibilità arriva da campi, dove Padre Onofrio, Frate cappuccino, ospiterà una famiglia nel convento di San Francesco d’Assisi. C’ è chi da tempo ospita, come don Antonio Murrone, parroco di San Massimiliano Kolbe, una famiglia leccese di sfrattati: “Ma sono pronto- dice- ad aprire le porte della casa canonica anche ai migranti”.
A gestire l’accoglienza e a dislocare le famiglie sarà la Caritas di Lecce diretta da don Attilio Mesagne che può offrire al momento, nelle diverse residente dislocate a Lecce 70 posti letto, con la distribuzione nelle mense di circa 450 pasti al giorno e un servizio docce. “Tutti dobbiamo contribuire- dice don Attilio Mesagne- lavorare insieme non per il benessere, ma per il bene comune”.
Mariella Costantini