LECCE-Il 13 settembre è una data che angoscia gli operatori della giustizia salentini: quel giorno chiuderanno i tribunali di Casarano, Nardò e Maglie, che ormai avranno smaltito i vecchi contenziosi, e a Lecce il caos aumenterà.
Gli avvocati tornano a scioperare il 29 e 30 giugno contro l’aumento dei costi di accesso alla giustizia per quanto riguarda il contributo unificato e, soprattutto, per chiedere di risolvere al più presto l’annoso problema strutturale dei tribunali di Lecce. Perfino la gestione degli ascensori crea problemi: è di qualche giorno fa la notizia del disabile che non ha potuto assistere a un’udienza per l’ascensore rotto. “Sotto il profilo della edilizia giudiziaria la situazione è preoccupante – spiega Raffaele Fatano, presidente dell’Ordine degli avvocati – Lottiamo con infrastrutture inadeguate e parcheggi che scarseggiano. A settembre, quando verificheremo la situazione, potrebbe partire una nuova durissima protesta, perché siamo esasperati”.
Ancora più duri i colleghi della Camera Civile di Lecce, che rimproverano al ministro Orlando di non aver mantenuto le promesse fatte a Lecce. “Dal ministro solo chiacchiere – spiega Salvatore Donadei – Non credo che partiranno i promessi regolamenti attuativi della riforma forense entro i 30 giugno, inoltre, non abbiamo visto alcun progresso per quanto riguarda i problemi strutturali. In via Brenta, a breve, saremo costretti a verbalizzare dentro i bagni: non c’è spazio e la situazione è insostenibile”.
La magistratura, invece, sceglie una linea più morbida per manifestare il proprio disagio: parte domani lo stato di agitazione. Tre giorni di iniziative proclamate dall’ANM, che chiede l’adozione di riforme e investimenti per ridare dignità al sistema. Lunedì saranno sospese tutte le attività di udienza e mercoledì saranno sospese tutte le udienze per un’ora, dalle 11 alle 12 e si terrà un’assemblea nell’aula magna, estesa a tutti gli addetti ai lavori.
