LECCE- Altri due “colpi” al fisco. Così lo sportello dei diritti definisce le nuove sentenze -due appunto- con cui la seconda sezione della commissione tributaria della Provincia di Lecce annulla altrettanti avvisi di accertamento, perché firmati da funzionari non abilitati.
Accade dopo la sentenza della Corte Costituzionale in tema di incarichi dirigenziali dell’Agenzia delle Entrate, del territorio e delle dogane.
“I giudici tributari di Lecce, tra i primi in Italia, continuano, quindi, ad annullare gli accertamenti illegittimamente firmati. Ovviamente, in virtù di un sentimento di Giustizia che dovrebbe rappresentare il sentire comune –dice il presidente dello sportello, Giovanni d’Agata– vi è da sperare che il Governo o il Ministero dell’Economia e delle Finanze non intervengano con una norma retroattiva per sanare questa irregolarità, come purtroppo è stato ingiustamente fatto negli anni scorsi per eliminare la irregolarità delle cartelle esattoriali non firmate dal responsabile.
Non è giusto, infatti, che quando sbaglia il contribuente, il Fisco applichi sanzioni ed interessi, anche se si tratta di irregolarità puramente formali; lo stesso criterio deve essere utilizzato quando è il Fisco a sbagliare e di questo i giudici tributari ne devono tener conto, come sta avvenendo a Lecce ed in altre province italiane dove le corti non stanno facendo altro che applicare il Diritto in conseguenza della più corretta interpretazione delle norme vigenti. A differenza, infatti, del tentativo delle cariche più alte dell’Agenzia delle Entrate di sminuire gli effetti e la portata della decisione della Consulta in tema di dirigenti del Fisco non legittimati, i giudici italiani, per la funzione che svolgono, non possono decidere contro Legge e contro il Nostro Ordinamento”.