LECCE- Tempi duri per le aziende private che lavorano nella sanità: dovranno adeguarsi ai nuovi budget stabiliti dall’Asl leccese. I giudici amministrativi salentini, infatti, ritengono superato il criterio del tetto storico: quindi, se un’azienda nel 2013 ha avuto un rimborso superiore rispetto al 2014, dovrà rassegnarsi. Il Tar si è pronunciato negativamente sul ricorso proposto da una casa di cura privata, che chiedeva di lasciare inalterato il budget dell’anno precedente. Nel giudizio si è costituita la “Casa di cura Villa Verde” – rappresentata dal Prof. Avv. Pier Luigi Portaluri – la quale, al fine di difendere il proprio tetto di spesa, ha chiesto il rigetto del ricorso proposto. Esistono nuovi criteri che rapportano e commisurano le risorse da assegnare a ciascuna struttura sanitaria all’effettivo fabbisogno, valorizzano la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni e dei servizi resi: la A.s.l. Lecce – secondo i giudici del Tar – non può più distribuire le risorse spettanti alla Case di cura private del territorio confermando i tetti di spesa dell’anno precedente, essendo mutato l’effettivo fabbisogno – “come rilevato dall’approfondita istruttoria svolta dall’azienda sanitaria – anche in considerazione delle criticità assistenziali riscontrate”.
La “Casa di cura Villa Verde” ha dimostrato in giudizio la legittimità dell’operato dell’Amministrazione sanitaria, la quale nel 2014 ha ripartito le risorse economiche spettanti alle Case di cura private utilizzando metodi che scaturiscono da un analisi puntuale e attuale della domanda e dell’offerta di prestazioni sanitarie e sono in grado di valorizzare le strutture che più rispondono ai bisogni specifici della popolazione locale. Le tesi del professore Portaluri sono state accolte in pieno: la casa di cura soccombente dovrà accontentarsi di 26 milioni di euro.
