LECCE– Si accende il faro sulle associazioni che gestiscono il servizio 118 in undici postazioni del Leccese. La Procura ha avviato un’inchiesta per truffa aggravata, al momento a carico di ignoti. I militari della Guardia di Finanza hanno effettuato acquisizioni a raffica in mattinata presso gli uffici della Asl, proprio mentre era in corso la conferenza stampa di presentazione del nuovo manager Gorgoni, e presso le sedi di sette onlus e ditte, sparse tra capoluogo e provincia. Il nodo è preciso: capire se sono davvero in possesso dei requisiti per svolgere il servizio di emergenza urgenza, quello per cui ogni mese rendicontano tra i 14mila o 23mila euro, sborsati ovviamente dalla Asl.
L’ordine di esibizione, firmato dal pm Antonio De Donno, è il primo capitolo di una verifica che si preannuncia imponente: sotto la lente degli inquirenti, delibere, convenzioni, contratti dei dipendenti, atti contabili e previdenziali. Insomma, vita morte e miracoli degli ultimi anni relativi ai rapporti con le associazioni Lecce Soccorso Onlus, Salento Emergenza, Uer-Gruppo Amatori O.M. Nardò, Ser Veglie, P.C. Vivi Bene di Salice Salentino, Gruppo C.B. G. Rambo di Calimera e ditta Ikebana srl di Tiggiano.
La stura l’hanno data esposti che sono piovuti in Procura e che hanno puntato il dito contro un mondo fatto di volontariato spesso fasullo, infermieri che svolgono il doppio lavoro per arrotondare e che sono arrivati a Lecce anche da Brindisi, mezzi non sempre a norma. Un groviglio in cui si è tentato, nell’ultimo anno, di mettere ordine, sebbene le ultime gare per l’affidamento delle postazioni siano state inconcludenti, proprio perché almeno il 75 per cento delle onlus non era in regola. Sarà la magistratura, ora, a vederci chiaro.
