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Lecce, segnali di crescita: dal mercato le mosse giuste

LECCE- E’ un Lecce vincente, finalmente, ma che ancora soffre abbastanza e fa soffrire chi ostinatamente continua a seguirlo. La maglia è la maglia. I colori fanno sempre un certo effetto. E la vittoria contro la Lupa Roma ha avuto quello di rivitalizzare, in parte, un gruppo che non vinceva da quattro giornate in cui aveva raccolto un miserevole punticino. La distanza dalla vetta resta notevole: non sarà semplice incenerire otto punti e mettere i piedi in testa alle squadre che precedono la formazione giallorossa. Benevento (da ieri solo in testa alla classifica), Salernitana, Juve Stabia e Casertana: il commando campano tiene fuori il Lecce anche dal giro di un eventuale ripescaggio. Se n’è pure andata la prima giornata del girone di ritorno: una partita in meno e distanza dalla vetta immutata. Ci vorrà un super Lecce per sperare nella promozione diretta, alla quale oggi è bene non pensare. La squadra non dimostra pienamente di poter avere questo slancio.

Lo ha confermato la prestazione contro la Lupa Roma. Il Lecce ha tenuto per metà partita. Nel secondo tempo, complice anche una maggiore determinazione acquisita dagli ospiti grazie al gol che ha permesso di accorciare le distanze, la squadra leccese è calata. I motivi possono essere svariati: timore e quindi, mancanza di certezze, ma anche per un calo fisico. Un fattore tirato in ballo anche prima della crisi attraversata dal Lecce. Ma è inspiegabile che una squadra possa attraversare un intervallo di tempo così lungo accusando carenze a livello energetico. Contro la Lupa Roma in campo c’erano alcuni calciatori che nella prima parte di stagione hanno visto spesso il campo dalla panchina o dalla tribuna, a causa di infortuni: in difesa c’era Vinetot, in crescita rispetto alla sfida contro il Lamezia; c’era Lepore, tra i più in forma della pattuglia a disposizione del tecnico Pagliari; c’era Miccoli, che Pagliari sta tirando a lucido sotto tutti i punti di vista. Altro che uomo spogliatoio. E poi è entrato in campo anche Bogliacino, da qualche settimana di nuovo disponibile dopo il lungo periodo trascorso in infermeria. Pagliari sembra aver compreso quali tasti premere per riascoltare le dolci note che scandirono la rimonta della passata stagione. Anche Lopez ha dato segnali di crescita. Così come Doumbia. E si aspetta Carrozza.

Il tecnico giallorosso gli ha andato ancora fiducia, forse anche perché non aveva ampia scelta. Ma da Carrozza si attenono quelle giocate determinanti di qualche mese fa. Avanti piano, va bene, ma il freno di emergenza non deve più scattare. Pagliari sta gradualmente abituando la squadra a nuove movenze per rendere la squadra meno vulnerabile e più incisiva in attacco. Alla squadra sembra mancare ancora un po’ di velocità e rapidità di esecuzione che possono far saltare le linee avversarie. Insomma una manovra più fluida renderebbe più bella anche l’espressione di una squadra che ha sicuramente margini di miglioramento.

Dal mercato possono arrivare elementi utili alla causa, sicuramente calciatori che possono mettere nel motore energie fresche e offrire a Pagliari soluzioni alternative. Per il momento la campagna trasferimenti di gennaio langue, ma è destinata ad infiammarsi. Il Lecce dovrebbe mettere a segno almeno tre colpi, uno per reparto anche se la dirigenza dovrebbe preservare l’attacco senza badare ai nomi. Deve essere un Lecce graffiante e meno griffato.  

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