Cronaca

Tap non lascia ma raddoppia: 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno

SAN FOCA- Non 10, ma 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Nel futuro del gasdotto Tap c’è il possibile raddoppio della capacità dell’infrastruttura. Gli azionisti, stando alla notizia riportata da Milano Finanza, “avrebbero gia’ informato l’Unione Europea” di voler trasportare entro il 2020 il doppio dei metri cubi previsti in origine.
Dalla multinazionale “nessuna conferma ufficiale”, ma ad ogni modo si parla di “possibilità effettiva, poiché c’è una richiesta da parte del mercato di trasporto ulteriore di gas. Ad ogni modo – ci tengono a precisare – ciò non significa modificare il progetto presentato, già modellato per una capacità fino a 20 miliardi”. Cosa significa per il Salento? Secondo la società, “per il tratto italiano, non ci sarebbe nessuna alterazione, poiché basta aumentare la pressione nei tubi. Al massimo, si dovrebbero costruire altre stazioni di compressione in Grecia e in Albania”.

Ad accelerare la decisione potrebbe esserci l’abbandono del progetto dell’altro gasdotto verso l’Europa, il South Stream. E i cantieri dovrebbero essere avviati già nel 2016 con la posa in opera delle condotte. Una tabella di marcia che ignora l’opposizione del territorio tratto terminale, quello di San Foca e della Puglia. Anche perché, nel frattempo, il no siglato nei pareri di competenza degli enti regionali è ancora in discussione sul tavolo ministeriale tuttora aperto, ma che non ha prodotto alcun cenno, ad oggi, su un possibile spostamento altrove.

Intanto, però, altri dubbi e interrogativi li alimenta il comitato No Tap, che diffonde il parere preliminare dei vigili del Fuoco: “La pineta, la duna, la spiaggia – scrivono gli attivisti – sono interessate da una fascia di asservimento di 60 metri, 30 per lato , e una distanza di sicurezza di almeno 100 dal tubo. Il tratto a mare dell’approdo va interdetto alla pesca,alla navigazione, all’ancoraggio e a tutte le attività che possono mettere a rischio l’incolumità delle persone. Inoltre, per il terminale di ricezione e il tratto a terra, oltre la fascia di asservimento, vanno rispettate distanze di sicurezza da abitazioni e agglomerati urbani di almeno 100m per lato”. Il dubbio è legittimo: “Che cosa sarà delle attività lungo il tracciato? E chi abita attaccato al PRT e al tubo?”.

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