Cronaca

Cimitero, danni e sfregi alla cappella di famiglia: “Ogni sabato la stessa storia”

LECCE- Ogni sabato una donna si reca al cimitero di Lecce a far visita alla cappella di famiglia e, puntualmente, si ritrova davanti ad uno scempio: danni e sfregi a quanto di più caro c’è: il luogo in cui spera riposino in pace I propri cari che non ci sono più.  La signora Valentina Battaglini ha scritto all’assessore comunale con delega ai servizi cimiteriali Gaetano Messuti, allegando delle foto.

“Arrivi lì –scrive la signora Battaglini– e ti accorgi che anche questa volta qualcuno ha divelto un rampicante (ce ne hanno rubati 4 in tre mesi), ha fatto sparire il vaso esterno (fissato nel cemento), ha tagliato la rete, ha gettato contro i muri esterni vasi di cui rimane la traccia di terra, ha sfregiato il portone, ha buttato per terra piante secche e così via. Ti guardi intorno, cerchi qualcuno che almeno ti possa essere di consolazione, ma niente. Ti rivolgi a chi di dovere che si giustifica dicendo che il cimitero è troppo grande per essere controllato. Incontri altre persone che hanno la cappella vicino alla tua e ti ripetono le stesse cose, che anche loro trovano ripetute “sorprese” e che non sanno come arginare il fenomeno”.

La situazione pare vada avanti da mesi e non riguarda solo la donna che oggi denuncia tutto al Comune. La signora specifica di non aver mai ricevuto richieste di pizzo, ma che nel cimitero è indubbio che questa voce giri, tra le persone che vi si recano con una certa frequenza. “La costanza con la quale questi episodi si stanno ripetendo negli ultimi tempi in particolare fanno venire un dubbio peggiore: che forse non si tratta di vandali improvvisati, che forse chi fa queste cose lo fa apposta, che forse è qualcosa altro che vuole, che forse devi correre ai ripari e devi trovare il modo di difenderti per tutelare i tuoi defunti e te stesso”.

Mortificazione e rabbia sono ormai a livelli esasperanti, tant’è che la donna ha pensato di rivolgersi ai carabinieri per sporgere una denuncia contro ignoti oppure di installare a proprie spese una telecamera di videosorveglianza sulla cappella. Del resto, qualcuno è già corso ai ripari, proteggendo la propria tomba di famiglia con un doppio portone e con una grata in ferro chiusa da un lucchetto. “Nei paesi della provincia questo non succede -dice la donna- e le cappelle private possono restare tranquillamente aperte”. Che sia un problema di vigilanza o di altro, è una situazione da risolvere immediatamente.

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