Cronaca

Abusivismo a Porto Miggiano, sigilli a una parte dell’Augustus Resort

SANTA CESAREA TERME- Una parte dell’Augustus Resort, a Santa Cesarea Terme, finisce sotto chiave. Il proprietario, Albino Merico, 60 anni, è indagato per il reato di “lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio” , per aver realizzato costruzioni in zona sottoposta a vincolo paesaggistico in assenza del titolo abilitativo e di nulla osta paesaggistico.
E’ un sequestro preventivo che rigira il dito nella piaga mai risanata di Porto Miggiano, la cui cala è ancora off limits dal 20 marzo 2013. Storie parallele, ma che in un punto si intrecciano: le indagini, che lo scorso 24 settembre hanno portato ad apporre i sigilli su una porzione del resort di lusso, nascono dalle ispezioni effettuate dalla Forestale nell’ambito di quell’inchiesta, per capire se ci sono collegamenti tra i continui crolli della falesia e le costruzioni edificate nel comparto 19.

Non è un caso che i titolari del nuovo fascicolo siano gli stessi pm, Elsa Valeria Mignone e Antonio Negro. E non è un caso che ad eseguire il sequestro siano stati gli stessi agenti del Nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale della Forestale di Lecce, guidati dall’ispettore Antonio Panzera.

Il decreto, emesso il 16 settembre, porta in calce la firma del gip Annalisa De Benedictis e dispone i sigilli per la struttura chiusa destinata a ristorante- sala ricevimenti per un totale di 240 mq di superficie. Originariamente avrebbe dovuto essere solo un pergolato a servizio della pizzeria, realizzata in pilastri di pietra di carparo e con travoni in legno, ma poi, stando ai sopralluoghi degli investigatori, è stata chiusa su due lati con una struttura metallica e con vetri a soffietto.

Sotto chiave finiscono anche sette locali nati per ospitare negozi ma trasformati in miniappartamenti finemente arredati. Per il gip non ha rilevanza a fini giudiziari neppure la richiesta di permesso di costruire in sanatoria, proprio perché si tratta di opere realizzate in zona vincolata e comportanti un incremento volumetrico, opere per le quali l’autorizzazione paesaggistica ex post non potrebbe essere in ogni caso rilasciata.

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