Politica

Regionali, Emiliano prova a “blindarsi”. Il M5S non cambia strategia

BARI-Emiliano in rampa di lancio e Vendola stretto tra crisi di SEL e ultimo scampolo di governo regionale da amministrare nel fuoco di una campagna elettorale in cui l’ex sindaco di Bari non cede neanche un metro.

Per ora il tabellone segna 1 a 0 a favore del segretario dei democratici di puglia grazie al gol messo a segno con l’individuazione della data delle primarie di coalizione tra fine ottobre e inizio novembre, decisa lunedì dal tavolo del centrosinistra a Bari, collocazione temporale che fa storcere il naso a Nichi Vendola convinto che il popolo del centrosinistra – da Foggia a Lecce – andasse convocato non prima di gennaio 2015.

Circoletto rosso sul calendario utile – secondo il governatore – a non logorare la sua giunta nell’ultimo scampolo amministrativo, e politicamente finalizzato a prendere tempo per sciogliere la riserva che in realtà tiene sulle spine Sinistra ecologia e libertà, già ferita a livello nazionale dall’abbandono di pezzi da novanta come Gennaro Migliore, Claudio Fava e Titti Di Salvo.

L’elettorato che oggi soffre a sinistra del PD aspetta le determinazioni del leader di SEL, che continua a non far sapere se si proporrà per un Vendola Ter o se al contrario cederà il passo a Dario Stefano, sempre che il presidente della giunta delle autorizzazioni del Senato sia del tutto convinto a giocarsi la partita contro il o i candidati marcati Partito democratico, a partire da quel Michele Emiliano che a oggi sembra avere il vento in poppa. Il segretario regionale del PD intanto lavora di fino per tentare di arginare la concorrenza di avversari interni da sempre posizionati su frequenze alternative, e il pensiero va a Guglielmo Minervini e a Sergio Blasi, la cui volontà di scendere in campo potrebbe essere complicata dalle regole stabilite dallo statuto nazionale, secondo il quale servirebbe il 35% dei componenti dell’assemblea regionale per poter presentare il ticket della candidatura.

In campo azzurro, non si muovono di un passo gli eserciti che si fronteggiano, Fitto da una parte e Cerchio magico di Toti dall’altra. Mentre si diffondono voci di un incontro tra l’ex ministro magliese e Silvio Berlusconi, l’esponente salentino continua a scegliere la strada del controcanto ai messaggi dei vertici e sposta l’obiettivo dalla questione primarie all’apertura alle istanze del mondo gay espressa dall’ex premier in persona. “Ma di che parliamo? Sveglia centrodestra”. tuona Fitto e invoca attenzione su fisco, economia e riforme.

Se in proiezione regionali il dibattito è incandescente in campo progressista e all’interno del perimetro moderato, il Movimento 5 Stelle rivendica l’opportunità del lavoro a fari spenti sul territorio, con la neo europarlamentare Rosa D’Amato che sottolinea con forza: “Non ci poniamo affatto il problema di iniziare da ora una campagna elettorale fine a se stessa; preferiamo preoccuparci del lavoro ventre a terra sui temi, rafforzato dalla collaborazione con associazioni e movimenti”. Saranno iscritti ed attivisti regionali a decidere candidati in virtù dell’impegno profuso. Non abbiamo alcuna intenzione di cambiare strategia – chiude l’esponente pentastellata – e proporre nomi dall’alto”.

 

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