LECCE- “Si era attaccate a me, come se avesse bisogno di cure e di attenzioni. Sembrava non avesse famiglia, era sporca. E così, in un impeto di istinto materno, me la sono portata a casa”. Sono queste le parole con le quali Valentina Piccinonno, la leccese in carcere con l’accusa di aver sequestrato la piccola bulgara dopo averla avvicinata nel parco giochi dell’area mercatale di Monteroni, si è difesa durante l’interrogatorio davanti al gip Vincenzo Brancato che ha convalidato l’arresto per lei e per il complice Giovanni Giancane.
Insieme all’indagata, ad assisterla, l’avvocato Anna Celenia Solda che ha richiesto la scarcerazione e il trasferimento in una struttura alternativa adatta al suo grave stato di salute: tossicodipendenza ed un forte depressione.
La donna ha ricostruito quel lunedì pomeriggio nel parco di Monteroni e ha raccontato di come la bambina sembrasse bisognosa di cure. La Piccinonno dice di aver chiesto in giro, ad alcuni adulti presenti, se conoscessero la bimba. “Nessuno sapeva nulla” ha detto “ in molti hanno risposto di vedere lei e la sorellina sempre sole. L’ho portata a casa per proteggerla, ma avevo intenzione di chiamare subito i carabinieri. Non farlo è stato il mio più grande errore”.
Si è dichiarato estraneo ai fatti Giovanni Giancane che al giudice ha raccontato di aver solo accompagnato la donna ma di non conoscere le sue intenzioni. Anche lui rimane in carcere.
Mariella Costantini