LECCE- Il “caso Fitto” si è guadagnato le prime pagine della cronaca politica nazionale. Mister 284 mila preferenze è ormai così forte da poter indirizzare una lettera pubblica a Berlusconi per chiedere primarie e addirittura la diretta audio-video del prossimo vertice.
Lo stop a mezzo stampa dell’ex Cavaliere non fa una grinza, anzi legittima Fitto come interlocutore autorevole all’interno del partito. Come era previsto, dopo le europee, torna il braccio di ferro tra il lealista e il capo indiscusso di Forza Italia: questo potrà portare alla costituzione di una minoranza interna guidata da Fitto oppure alla scalata al vertice dell’ex ministro.
“Chiedo a tutti di non proseguire con uno sterile dibattito a mezzo stampa sulle primarie” – ha tuonato Berlusconi, preoccupato per l’immagine negativa che si dà all’esterno. Fitto, però, non si è fatto intimidire e ha spiegato che quello che fa male al partito non è il libero dibattito di idee, portato avanti con lealtà, ma la piccola dose di falsità e veleni che alcuni mettono in circolo da molto tempo”.
Per alcuni analisti della politica questa mossa di Fitto richiama la strategia di Renzi, che costituendo una piccola minoranza di rottamatori all’interno del partito è poi riuscito a spiccare il volo verso il vertice. Sarà interessante vedere quali saranno le mosse dell’ex Cavaliere, che, in realtà, continua a puntare sulle cooptazioni dall’alto in stile Mediaset. Una strategia mal vista anche a livello locale.
“Mi sembra che sia nata in Forza Italia una fase come quella che ha avviato Maroni all’interno della Lega – spiega Luigi Vitali – : una classe dirigente consapevole e radicata sul territorio pone il problema della successione e dell’avvicendamento che non può avvenire attraverso un casting, ma con la selezione dal basso, con la meritocrazia e il consenso. Non può essere la scelta di due incaricati di Berlusconi che selezionano volti nuovi”- conclude il coordinatore forzista brindisino.
Rinnovamento e primarie sono la parola d’ordine, con delle controindicazioni nel barese. Sì, perché il candidato su cui dovrebbe puntare Fitto, Francesco Schittulli, non ne vuol sapere. Allora Vitali risolve la faccenda in questo modo: “Se sul presidente della Lilt, che io ritengo il miglior candidato possibile, convergerà il 90 per cento della coalizione, allora nulla quaestio, ma se vorranno scendere in campo Perrone, e Melchiorre, allora si dovranno fare le primarie”- chiosa il dirigente forzista.
Il tema del rinnovamento e del consenso dal basso è un tema caro anche a molti assessori della giunta Perrone. Delli Noci ha chiesto pubblicamente una sterzata al partito: “Se non si punta sul rinnovamento della classe dirigente non si può avere successo”- ha spiegato. Messuti, che accarezza la possibilità di una successione a Paolo Perrone, passando per le primarie con Monosi, Marti e Congedo, avverte che “se oggi il tema della politica è il rinnovamento della classe dirigente, uno strumento efficace di rinnovamento possono essere le primarie, come contenitore inclusivo che permette la partecipazione dal basso”.