CronacaPolitica

Ecotassa, 10 comuni contro la Regione. Macculi: “Pronto il ricorso a Napolitano”

LECCE- “L’Ecotassa, applicata dalla Regione ai comuni inadempienti sul fronte raccolta differenziata, è incostituzionale”. A sollevare il caso sono, per ora, dieci comuni della provincia di Lecce, ma il tema – chiaramente – interessa tutti i territori di Puglia.  La voce dei centri che reclamano un’applicazione del tributo in linea con la normativa nazionale (da sottolineare che lo Stato delega alle regioni la sola determinazione dell’importo) è stata rappresentata stamattina in conferenza stampa, a Palazzo Adorno, dal vice sindaco di Botrugno, e assessore provinciale al Bilancio, Silvano Macculi.
A sguainare la spada sono, per adesso, Casarano, San Cassiano, Nociglia, Porto Cesareo, Squinzano, Galatone, Monteroni, Acquarica del Capo, Minervino di Lecce e Botrugno.

L’interrogativo dei centri capofila dell’iniziativa è chiaro: perché, in sostanza, i comuni più attenti dovrebbero pagare 25 euro e 82 centesimi a tonnellata quando in presenza di rifiuti pretrattati (come accade con la selezione e la biostabilizzazione che avviene negli impianti di Cavallino, Ugento e Poggiardo), l’importo dovrebbe scendere dell’80 per cento e attestarsi a quota 5 euro e diciassette centesimi?  Parla di autentico “scippo” da parte della Regione l’assessore di palazzo dei celestini Macculi che spiega perché i dieci comuni in questione sono sul piede di guerra.

Non stanno a guardare i comuni salentini e annunciano che è pronto un ricorso al capo dello Stato (curato dall’avvocato Luigi Quinto), con contestuale interessamento dei vertici di ANCI Puglia e, nel caso fosse necessario, dello stesso ministero degli Affari Regionali. “Bari faccia un passo indietro e rimoduli gli importi dell’ecotassa”, chiedono a gran voce i dieci comuni. Perché “differenziarsi”, rivendicano, merita incentivi e non sanzioni.

E sulla decisione di impugnare la legge sull’ecotassa regionale interviene l’assessore all’Ambiente della Regione Lorenzo Nicastro. “E’ singolare – dice – che, nonostante la forza con cui si grida allo scandalo, si siano fatti scadere i termini del ricorso ordinario agli organi preposti per poi adire quello straordinario al Capo dello Stato. Sembra quasi che si perda tempo a fare gli annunci invece di far valere nelle sedi competenti i propri diritti che si ritengono violati”.

“Non conosciamo il contenuto del ricorso e lo studieremo attentamente appena verrà notificato, anche se ad oggi pare non sia ancora nella sua stesura definitiva, perché sosterremo le nostre ragioni come già abbiamo fatto, per ricorsi similari, nelle competenti sedi. Siamo tranquilli – conclude Nicastro – perché la recente giurisprudenza nel campo e i pronunciamenti recenti del Tar Lecce confortano il nostro punto di vista. Mi auguro che, nonostante il legittimo tentativo di farsi valere in punto di diritto, le amministrazioni stiano lavorando con la stessa lena al raggiungimento degli obiettivi di differenziata, perché al di là di tutto rimane il problema di natura ambientale”.

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