LECCE- Scoppiano le tensioni tra i soci di Confidustria Lecce e in sei si dimettono. A far esplodere il caso una sua società di gestione di alcuni servizi e di comunicazione, internazionalizzazione, segretariato, consulenze varie, in piedi da qualche mese: la lamentela di alcuni iscritti consulenti è che Confindustria faccia in questo modo concorrenza sleale ai suoi stessi componenti che esercitano quelle stesse attività.
Tra le altre cose, è scoppiata una polemica aperta anche tra i vertici e due saggi che erano stati incaricati di sondare la base di Confindustria per l’elezione del presidente e che si sono resi indisponibili, in violazione dello statuto.
I motivi dell’addio di Grazia Manni, Fabrizio Benvenuto, Giancarlo Negro, Sebastiano Schito, Carlo Macculi ed Oronzo Sticchi, in una lettera che i sei hanno scritto agli altri soci, per chiarire i motivi delle dimissioni.
“Incontri e riunioni si sono succeduti nelle ultime settimane per comprendere alcune scelte di confindustria. Sono state approvate ulteriori proposte per l’erogazione di consulenza ed è in corso di approvazione la proposta di costituzione di un ente di formazione in evidente concorrenza con le imprese associate a Confindustria, peraltro con soggetti imprenditoriali di altre regioni”. L’accusa è quella di concorrenza sleale. “preso atto – concludono nella missiva – della scelta di Confindustria Lecce di non voler intraprendere un lineare comportamento con regole condivise, convinti che le scelte intraprese danneggino sia le imprese associate che lo sviluppo del territorio, ci dissociamo dalle scelte compiute a livello direttivo da da confindustria Lecce e dal consiglio di amministrazione dell Istituto per l’economia del salento.
La bufera arriva alla vigilia delle elezioni per la presidenza. Intanto il numero uno degli industriali salentini, Piernicola Leone De Castris ha spiegato che si tratta di una dialettica interna e si dice “sicuro che tutto si risolverà col dialogo”.
