Cronaca

La città trema, indagati tecnici comunali e politici

FRANCAVILLA- Trema Francavilla Fontana. Tremano ex dirigenti comunali, professionisti e, soprattutto, politici, coinvolti però non nell’esercizio delle loro funzioni pubbliche ma in quanto tecnici o progettisti delle villette finite sotto sequestro preventivo. Tra questi ultimi Antonio Martina, ex assessore provinciale nell’ultima giunta Ferrarese e vicesindaco a Francavilla con Della Corte (terza giunta); Nicola Iaia e Cosimo Fanigliulo, entrambi ex consiglieri comunali in quota An; Tonino Ammaturo, ex assessore Lavori pubblici nel 2007.
Ad essere stati iscritti nel registro degli indagati ci sono, poi, altri nomi eccellenti, che scuotono Palazzo degli Imperiali: quelli di Pietro Incalza, ex dirigente dell’Ufficio urbanistica, di Antonio Pescatore, ex dirigente dellUfficio tecnico come Fulgenzio Clarica, tra l’altro ex presidente dell’Ordine degli architetti di Brindisi. Coinvolti anche i dipendenti dell’Ufficio tecnico Francesco Fedele e Antonio Pontecorvo, oltre all’ex comandante della Polizia municipale e ora vicesegretario del Comune Francesco Taurisano, ma quest’ultimo in qualità di proprietario di uno degli appartamenti sequestrati e che ora rischiano la confisca.

Assieme alle altre decine di indagati, sono tutti accusati a vario titolo di falsità ideologica, lottizzazione abusiva e abusivismo edilizio.

E’ emersa, secondo la Procura, una “illecita prassi amministrativa ed edificatoria costituita da fraudolenti concertazioni tra committenti, progettisti e, appunto, tecnici comunali, che garantivano il conseguimento permesso di costruire e autorizzazione paesaggistica sulla base di procedimenti amministrativi carenti nelle istruttorie e tutti uguali, sia nei contenuti che nei provvedimenti conclusivi, omettendo di vigilare su un fenomeno che, per vastità poteva essere interrotto”.

Le indagini hanno appurato che, addirittura, venivano rilasciati dall’Ufficio tecnico permessi di costruire in violazione alla normativa relativa ai cosiddetti lotti minimi.

Il fatto che in alcuni casi l’immobile così realizzato sia stato rivenduto a terzi, anche in buona fede, comporterebbe, secondo gli inquirenti, “premeditata speculazione”. A chi, comunque, lì ha la residenza è stata concessa la facoltà d’uso delle abitazioni. Per gli altri, invece, le villette resteranno off limits.

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