TARANTO- Ennesimo rinvio sul caso marò. La Corte Suprema di Nuova Delhi ha aggiornato a lunedì prossimo la decisione sulla formulazione dei capi d’accusa nei confronti dei due fucilieri della Marina italiana, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il giudice però ha imposto il limite, non estendibile, di una settimana alla pubblica accusa per presentare una soluzione sulle modalità di incriminazione dei due militari italiani.In apertura, infatti, la procura indiana ha chiesto ancora due o tre settimane di tempo, scatenando l’irritazione della difesa, che ha ricordato la lunga sequela di rinvii subiti dalla vicenda. E a questo punto il giudice ha deciso di incalzare l’agenzia antiterrorismo Nia e il ministero dell’Interno: hanno a disposizione una settimana ancora e non di più per decidere se ricorrere al Sua Act, la legge antiterrorismo e antipirateria indiana.”La Pubblica accusa non può più giocare con i tempi.
Abbiamo ricordato tramite il nostro avvocato che ci sono stati 25 rinvii giudiziari senza un pezzo di carta – ha detto l’inviato speciale del governo Staffan De Mistura, per la prima volta presente in aula -. Prima l’unica linea rossa era il non utilizzo del Sua Act. Ora anche lo sono diventati anche i ritardi”.L’Italia continua a insistere che venga restituita la piena libertà ai due militari – che attualmente vivono in libertà condizionata nell’ambasciata italiana a New Delhi- perché possano tornare in Italia in attesa che il processo venga istruito e arrivi la sentenza.