Cronaca

Gioco d’azzardo, 4 miliardi in scommesse. La Chiesa: “Subito la legge”

LECCE-Alla fine è sceso in campo il Vescovo di Bari per spronare il Consiglio regionale a riprendere le fila del discorso sul gioco d’azzardo.Mons. Francesco Cacucci lo ha fatto con una lettera aperta indirizzata a giunta e Consiglio e nella quale lancia un appello estremamente chiaro: “Quella legge bisogna approvarla”.
Il ddl approdò in Aula nelle scorse settimane, dopo aver incassato in Commissione il parere favorevole di tutti i partiti. Ma poi un attimo prima del voto tutto si è fermato. A prendere la parola fu l’assessore alla Salute Elena Gentile che chiese espressamente di bloccare l’approvazione della legge finché da Roma non fosse arrivato il via libera all’uscita dal piano di rientro. Se la Regione dovesse apportare modifiche non autorizzate, infatti, in ballo ci sarebbero le 2400 assunzioni che, invece, sono in attesa di poter essere immesse nei reparti degli ospedali pugliesi.

In più il governo potrebbe impugnare la legge dinanzi alla Corte Costituzionale proprio perché finanzierebbe servizi non compresi, attualmente, nei Lea. Lo saranno, ma non ora.

Per questo l’Aula dovette fermarsi un attimo prima di dare il via libera alla legge. Ma ora si è atteso troppo ed è per questo che da un lato scende in campo la Chiesa e dall’altro si tenta di ricalendarizzare la legge. Nella seduta di giovedì è previsto che si ritorni a parlarne. La rassicurazione arriva dal presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna che ha voluto personalmente rispondere a Mons. Cacucci.

La legge è particolarmente attesa perché inserisce criteri più restrittivi per i gestori della sale da gioco. Oltre ad essere obbligati a distribuire materiale informativo sui danni che provoca la dipendenza, vieta di poter aprire una nuova struttura a meno di 500 metri dai luoghi sensibili come scuole, ospedali, centri di culto e frequentati da ragazzi, introducendo sanzioni per chi non rispetta la legge. In più – e questo è il punto cruciale – prevede un percorso terapeutico per chi è affetto da dipendenza da gioco grazie a strutture presenti nelle Asl.

Un problema che riguarda l’1,6% della popolazione e che, solo in Puglia nel 2012, ha prodotto una spesa in scommesse ben 4 miliardi di euro. Un’emergenza che rischia di allargarsi a macchia d’olio.

 

 

 

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