Cronaca

Tentò rapina in gioielleria, arrestata a Bologna 39enne siciliana

ORIA- Lo scorso giugno, con l’aiuto di due complici, cercò di rapinare la gioielleria Re Mida di Oria, aggredendo la proprietaria. Poi a mani vuote, riuscì a fuggire lasciando perdere le tracce ma, grazie alle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza e alle ricerche dei carabinieri, è stata identificata, rintracciata e, quindi, tratta in arresto in quel di Bologna, dove già si trovava in carcere per precedenti simili
Finisce di nuovo nei guai, con l’accusa di tentata rapina pluriaggravata in concorso, la 39enne palermitana Teresa Crisafi, domiciliata e detenuta a Bologna ma, lo scorso 22 giugno di passaggio ad Oria. I fatti, nella mattinata di quella giornata di inizio estate quando la donna, con addosso una parrucca, si finse una cliente e, guadagnato l’ingresso nella gioielleria dove, al momento, vi era solo la proprietaria, cercò di guadagnare tempo in attesa del complice.

La titolare si è accorse però delle intenzioni della donna, chiudendo l’accesso nell’esercizio e, oltre ad impedire l’ingresso del complice, con il viso occultato da un cappello da baseball, riuscì anche a bloccare la rapinatrice, impossibilitata a uscire. Ne scaturì una colluttazione, con tanto di minacce a suon di taglierino, fermata solo dall’intervento del marito della gioielliera che, però, favorì la fuga della criminale. A distanza di mesi, la donna è stata rintracciata a Bologna dai carabinieri del nucleo operativo del posto che, dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Brindisi, hanno tratto in arresto la presunta rapinatrice.

Ad incastrarla le indagini dei carabinieri della stazione di Oria che, coordinati dal maresciallo Roberto Borrello, dalle immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza interne alla gioielleria e dell’intera, sono riusciti a risalire all’identità della signora e del suo complice. Dai tratti somatici alla targa della vettura utilizzata per la fuga, una lancia Y, imilitari hanno ricostruito persino il tragitto dei criminali. In tutto, secondo le risultanze investigative, sarebbero due i complici della donna. Il caso, insomma, non è ancora chiuso.

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