Cronaca

Rave letale, Dalila non ce l’ha fatta

LECCE- Ormai le speranze si sono spente, così come le macchine che per pochi giorni hanno tenuto in vita Dalila. Dopo una giornata concitata, fatta di annunci di morte e smentite , ore disperate di attesa e angoscia, la vita della ragazza di 22 anni di Cerfignano si è conclusa, nel letto della rianimazione del Vito Fazzi. 

L’ufficialità è arrivata dalla direzione dell’Asl che in mattinata ha dato il via agli accertamenti previsti dalla legge per la diagnosi della morte cerebrale. I familiari hanno dato il consenso per la donazione degli organi.

Un’agonia che va avanti da domenica scorsa, da quando Dalila è stata trovata per terra agonizzante tra cartacce e bottiglie vuote, i resti di un rave party clandestino organizzato con un passaparola in dei capannoni dismessi sulla Lecce Torre Chianca.

Dalila non ce l’ ha fatta perchè aveva ingerito droga e alcol, e il suo fisico non ha retto. Condizioni gravissime, il ricovero, gli attacchi epilettici durante la notte, poi l’aggravamento improvviso e la situazione che è precipitata nelle ultime ore.

Sul suo profilo facebook, dove la ragazza si faceva chiamare Ever Green, un susseguirsi di commenti da parte degli amici dei conoscenti .

Tutti ricordano Dalila come una ragazza sempre di buon umore e sempre allegra. Lo sdegno è unanime: Dalila non poteva essere lasciata sola mentre stava male.  Chi si è accorto di lei ha chiamato i soccorsi solo al mattino. Ma da quanto tempo Dalila stava male, chi c’ era con lei? Perchè non è stata aiutata ? Se qualcuno si fosse accorto prima delle sue condizioni forse Dalila a quest’ora sarebbe ancora viva, ma il suo cervello ha subito danni irreparabili perchè è rimasto troppo tempo senza ossigeno.

Sono gli agenti della squadra mobile a condurre le indagini . Hanno già identificato alcune delle persone presenti quella sera al rave party. Il magistrato che si sta occupando della vicenda, la dottoressa Miglietta disporrà l’autospia, mentre al vaglio delle indagini c’è la posizione di alcuni giovani, che potrebbero essere denunciati per omissione di soccorso.

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