Cronaca

Processo Della Corte, la Asl non si costituisce parte civile

FRANCAVILLA- Truffa ai danni della Asl, prima udienza del processo penale a carico dell’ex sindaco Vincenzo Della Corte e, notizia nella notizia. La Asl non si costituisce in giudizio. È questa la vera novità del primo step giudiziario a carico del primario anestesista dell’ospedale Dario Camberlingo di Francavilla Fontana, lo scorso 13 marzo ai domiciliari perché accusato, in concorso con il fratello Luciano, di truffa aggravata ai danni del sistema sanitario nazionale. In aula, di fronte al giudice Vittorio testi, presente l’imputato, accompagnato dai legali Francesca Conte e Antonio Andrisano, e la pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero Valeria Farina Valaori, titolare del fascicolo aperto a margine di un servizio televisivo mandato in onda, nella primavera 2012, da “Striscia la notizia”.

Secondo quanto ipotizzato dal pm, e ancor prima dagli inviati “Fabio e Mingo”, il sindaco visitava e ricettava i pazienti del fratello, pur non essendo legittimato a farlo, mentre lo stesso svolgeva attività odontoiatrica nella stanza affianco. Tale tesi ha quindi trovato riscontro nelle indagini avviate dalla procura di Brindisi. Secondo gli inquirenti, su 7111 ricette mediche acquisite presso la Asl di Brindisi, solo 3687 recano la firma, regolare, del medico convenzionato, ovvero Luciano. E se 149 ricette riportano, invece, una firma incerta, le restanti 3275 recano il timbro di medico convenzionato e la firma apocrifa di Luciano apposta, irregolarmente, dal sindaco medico.

Saranno proprio le dichiarazioni dei teste, circa 40 i pazienti ascoltati, e le prove documentali al centro della prossima udienza, fissata per il 25 febbraio 2014.

Di certo, sotto alcuni punti di vista, la mancata costituzione in giudizio della Asl rappresenta un punto a favore della difesa. Della Corte, dimessosi dalla carica di Sindaco mentre era ancora ai domiciliari, ha sempre respinto le accuse. E chissà che la Asl non la pensi come lui, da sempre pronto a far valere le proprie ragioni.

“Non ho mai preso un euro – sostenne l’ex primo cittadino – e in quello studio si è sempre fatto del bene”.

 

 

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