Cronaca

Ciolo da imbracare? Il Parco: “Si trovi un’alternativa alle reti”

GAGLIANO DEL CAPO- Le imbracature sulle pareti mozzafiato del Ciolo stonano già prima di venire apposte. Di più, rischiano di trasformarsi in una trappola prima e in un deterrente forte dopo per la nidificazione degli uccelli rapaci, lì presenti e tutelate. Per questo, il Parco Regionale Otranto- Leuca ha chiesto che venga trovata un’alternativa. Lo ha fatto prevedendo le prescrizioni puntuali che hanno accompagnato il parere positivo e condizionato dato al progetto di “Protezione delle coste alte”, finanziato con una spesa da 1 milione di euro dal Cipe. La previsione delle reti a maglia stretta, considerate invasive, è la parte più problematica del piano di messa in sicurezza.

Sono state proposte dal Parco quelle a maglia più larga, 30 x 30, ma esistono, a quanto pare, anche altre soluzioni, che ora dovranno essere vagliate. È quanto è emerso nella conferenza dei servizi convocata il 2 ottobre presso il municipio di Gagliano, conferenza aggiornata al prossimo 18 ottobre. L’Autorità di Bacino, infatti, per poter rilasciare il proprio parere ha chiesto integrazioni e maggiori dettagli sugli aspetti geologici, il vero succo della questione. Mancano ancora anche i pareri di Soprintendenza e Ufficio foreste della Regione, mentre l’Ufficio Demanio, attraverso la Capitaneria di Porto, ha già detto sì.

I dubbi restano. A renderli palesi, oltre al Parco, anche il Comitato Salento Verticale, capeggiato dal sindaco di Tiggiano, Ippazio Morciano, gruppo che ha promosso, tra l’altro, la contestata arrampicata organizzata a fine agosto nell’ambito del Salento Climbing Fest.

Ora, è corsa contro il tempo. Anche per evitare che un progetto di messa in sicurezza della costa si trasformi in un cavallo di Troia. Il rischio c’è, lo dimostra un esempio qualche km più a nord. Si vuole evitare che il Ciolo diventi una Porto Miggiano 2. per questo si chiede una correzione a monte dell’intervento, ora che si è ancora in fase di progettazione definitiva, prima di passare a quella esecutiva.

Certo è che quella è zona rossa per il Pai, considerata ad elevato rischio idrogeologico dall’Autorità di Bacino. Una previsione, questa, che dà copertura giustificativa all’intervento. Sulle rocce insicure si preannunciano interventi di disgaggio, vale a dire la separazione e caduta dei massi pericolanti. Su quelle che sovrastano la spiaggetta e una parte del sentiero sono previste le ingabbiature con le reti. Un pugno nell’occhio.

 

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