LECCE- Ricoverato, perchè una soluzione al dramma dell’indiano di 39 anni senza tetto adottato dal pronto soccorso del Vito Fazzi , ancora non è stata trovata.
Shingh Baljinder, portato in ospedale da un’ambulanza dopo essere stato raccattato in una strada di Lecce, malnutrito e disidratato, si trova ora in un letto del reparto di urologia in carico però al reparto di medicina, dove posti disponibili non ce n’erano.
È la soluzione tampone trovata dal primario del pronto soccorso Silvano Fracella dopo 3 giorni di richieste inascoltate.
Il 39enne non ha un posto dove andare, a Lecce non ha parenti né amici, è completamente solo. Non ha un lavoro e naturalmente non ha un soldo in tasca. Il personale del pronto soccorso lo ha ospitato per 3 giorni idratandolo, nutrendolo, ripulendolo. Un caso umano che hanno preso a cuore e per il quale si sono attivati subito senza ottenere risposte.
La caritas non può accoglierlo , come ci dice il suo direttore don Attilio Mesagne: è un alcolista e per lui l’ideale sarebbe un percorso terapeutico in una struttura adatta.
Comune e provincia quindi , con gli uffici preposti. E poi il ricovero in una struttura adatta, tenendo presente il fatto che l’indiano non è un tossicodipendente e che l’abitudine a bere è dettata probabilmente solo dalle condizioni di solitudine e di disagio in cui vive. Eliminate le cause forse potrebbe essere eliminato il problema.
Intanto l’uomo è ricoverato in un letto d’ospedale pur non avendo patologie, occupa un posto che potrebbe servire a qualcun altro. Ma almeno viene accudito e nutrito. I medici, d’accordo con la direzione sanitaria, di risputarlo per strada proprio non se la sono sentita.