BRINDISI- Lavoro sommerso, ovvero a nero, nel settore agroalimentare e Agricolo, a Taranto e Brindisi quasi il 50% delle aziende non è in regola. Scendono quindi in campo specifiche task force, frutto di un protocollo d’intesa firmato negli scorsi giorni a Bari tra Regione Puglia e Prefetture mirato a contrastare, monitorare e analizzare i dati su un fenomeno che non conosce crisi.
I dati dell’osservatorio pugliese sui reati del settore Agricolo e Agroalimentare (O.r.s.a.), oltre a essere disarmanti, dimostrano che circa il 50 per cento delle aziende del comparto agricolo ispezionate presentava irregolarità per la forza lavoro impiegata. A Taranto su 80 aziende ispezionate 39 sono risultate irregolari, a Brindisi su 54 aziende, le irregolari sono state 27. Soprattutto in questo settore, l’illegalità e il caporalato devono essere combattuti senza fare sconti, perché significa anche, per chi si piega a questi meccanismi illegali, consegnare il proprio destino di aziende e di braccianti agricoli, donne, extracomunitari e giovani, a meccanismi illegali ed alla gestione sconsiderata del mercato del lavoro.
Ora, queste le intenzioni della Regione, tutto il lavoro e tutta la produzione diventerà tracciabile. “Così come tracciabile – si legge in una nota della Fai Cisl – vorremmo diventasse il lavoro agricolo rendendo più agevole l’incontro domanda/offerta e sperimentando anche una nuova gestione del mercato del lavoro attraverso la partecipazione degli Enti Bilaterali, garantendo così dal primo momento al lavoratore un’azienda sicura, dove ricevere una retribuzione adeguata nel rispetto di leggi e contratti e alle aziende garantire, lavoratori qualificati. Insomma – conclude il sindacato – occorre dare finalmente strada alla cultura della legalità del lavoro, in Agricoltura.