Cronaca

Ammanco milionario del Conte di Catenaya, due assoluzioni e una condanna

LECCE    Una condanna e due assoluzioni. Si è concluso così, in appello, il processo sull’ammanco di 18 miliardi di lire nelle casse del Banco di Napoli che sarebbe stato architettato dal Conte leccese Giuseppe Alberti di Catenaya. La Corte, presieduta dal Giudice Riccardo Mele ha confermato la condanna a 5 anni e 4 mesi per Giacinto Bianculli, 63 anni leccese, ex impiegato del Banco di Napoli, poi licenziato, accusato di truffa, appropriazione indebita e falso; e ha assolto la vedova di Catenaya, Anna Tonia Resta, 63 anni di Lecce, originaria di Galatone  – a cui era stata inflitta una pena di 5 anni di reclusione in primo grado –  e il commercialista Carlo Frisullo, 56 anni pure lui leccese, amministratore della Hippogryphus  – già condannato a 4 anni – .

Per entrambi l’accusa era quella di riciclaggio.

Articoli correlati

Tragedia di Castel d’Azzano, tra i feriti anche un carabiniere salentino: vivo per miracolo

Redazione

Incendio in abitazione: paura a Salve

Redazione

Cade da un’altezza di tre metri durante un sopralluogo, grave operaio di Melendugno

Redazione

Laterza, detiene in casa mine antiuomo: arrestato un 26enne

Redazione

Incendio nel parcheggio dell’ospedale di Casarano: distrutte due auto

Redazione

Cade in un pozzo e muore sul colpo: vittima un 77enne

Redazione