Politica

Riordino Province, Taranto ride e Brindisi piange

BRINDISI – Per un Pelillo che esulta, a Brindisi monta lo scontento. Il timoroso Consiglio regionale, pronto a passare la palla al Governo in tema di riordino delle Province pugliesi e salentine, viene duramente criticato dagli stessi Consiglieri regionali brindisini che a vario titolo, lamentano una grande occasione persa per il territorio salentino.

La paura è che il Governo centrale ignori le volontà espresse nelle delibere dei Consigli comunali in tema di accorpamento.

Fasano chiede Bari, Mesagne, San Pietro Vernotico, Torre Santa Susanna, San Pancrazio, San Donaci, Erchie, Cellino San Marco e Torchiarolo spingono per Lecce.

Terre di confine, alle quali si aggiungono anche Ceglie Messapica, Francavilla Fontana e Carovigno, alla ricerca di un ‘gancio’ che renda possibile la continuitĂ  territoriale bloccata un pò da Oria, un pò dal capoluogo Brindisi.

Insoddisfatti dell’esito della seduta i Consiglieri regionali Friolo, Iurlaro, Curto e persino Epifani, che la relazione dell’Assessore Dentamaro l’ha pure votata. Raggiante, invece, l’Assessore Pelillo, Pd come Epifani, ma sul fronte tarantino, dove è convinzione comune che l’assorbimento dei centri brindisini, con Taranto certo capoluogo, possa portare vantaggi al territorio.

E la Macroprovincia? Per quanto osteggiata proprio dagli jonici, l’ipotesi potrebbe comunque essere presa in considerazione dal Governo centrale perché, più della soppressione della sola Brindisi, più consona ai dettami della spending review.

Ed in Parlamento, sarĂ  battaglia. L’Onorevole del Pdl Luigi Vitali lancia un avvertimento al Ministro Patroni Griffi, accusato di strafottenza. “Il Ministro – dice l’azzurro – non dia nulla per scontato perchĂ© il fatto di essere un tecnico con alle spalle una larga maggioranza non lo immunizza da una sfiducia”.

“Sul tema ha trattato argomenti sensibili e di rango costituzionale con presunzione e pressapochismo  – continua Vitali –  e il fatto di non aver avuto legittimazione popolare non lo autorizza a mortificare chi dal popolo è stato liberamente scelto ed eletto”.

Quindi l’affondo: “Patroni Griffi ha stabilito criteri illogici ed irrazionali che nascondono accordi sottobanco ed ha mortificato tradizioni, origini e culture di milioni di cittadini”. 

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