La battaglia per i trasporti

Redazione

 Quello dei trasporti è un tema che mette a nudo l’arretratezza della Regione Salento in termini di collegamenti con il resto non solo d’Italia ma anche del mondo. È necessario ridefinire il sistema infrastrutturale per dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini di questa terra, dei suoi visitatori e dell’economia locale.

Ma questa rimodulazione deve necessariamente rispondere a un criterio di integrazione strategica, sotto due profili. Il primo è quello territoriale, perché le tre province di Lecce, Brindisi e Taranto devono essere pensate come un unicum in cui garantire un collegamento strutturato innanzitutto verso il loro interno e poi verso l’esterno. Il secondo profilo è quello dell’eterogeneità dei trasporti, che devono saper affiancare la mobilità su rotaia a quella viaria, garantendo uno spazio importante alla mobilità lenta.

Ma il traffico merci e passeggeri deve potersi avvalere anche di porti e aeroporti attrezzati e all’avanguardia, perché il nostro mondo produttivo oggi è per lo più tagliato fuori dalle rotte che contano e che sono invece indispensabili per chi lavora e produce, e per facilitare ed accrescere i flussi turistici. Per questo vogliamo un potenziamento e una riqualificazione delle reti logistiche di Regione Salento: anche il Capo di Leuca e il tarantino devono essere collegati all’aeroporto di Brindisi.

La metropolitana di superficie, la grande opera pubblica dei prossimi anni di riprogettazione ed ammodernamento della SudEst, deve proseguire con un collegamento ferroviario che giunga sino all’aerostazione. Poi, sebbene l’aeroporto di Brindisi sia meno distante da quello di Bari, i tarantini frequentano inevitabilmente più quello barese, per via di una maggiore scelta di voli per le varie destinazioni. Per questo è necessario insistere su una maggiore presenza delle compagnie low cost nell’aeroporto di Brindisi, dove serve inoltre uno scalo per l’aeroporto più importante d’Europa, quello di Francoforte. Fortemente incerti rimangono poi i destini degli aeroporti di Lecce- Lepore, struttura completamente dimenticata, e di Grottaglie, che non è ancora riuscito a trovare compagnie che nel tempo garantiscano continuità ai voli.

Quindi, dopo aver superato l’ostacolo della sicurezza per l’assenza di un presidio dei Vigili del Fuoco nella struttura, ci impegniamo per una valida utilizzazione di questa aerostazione.

Riguardo ai collegamenti viari e ferroviari, ci adoperiamo per il potenziamento della Lecce – Brindisi – Taranto – Metaponto – Ferrandina – Salerno, per l’ammodernamento e il completamento dell’itinerario bradanico salentino, per la realizzazione della grande stazione ferroviaria di Lecce e per il miglioramento delle ferrovie Sud – Est. Ci impegniamo per il miglioramento delle condizioni dell’autostrada A14, che collega il nord Italia al sud, e che si ferma a Massafra. La segnaletica indica Taranto come ultima uscita, ma per arrivare al capoluogo jonico ci sono altri 20 km, dove gli automobilisti rallentano considerevolmente sia per la presenza di impianti semaforici a ridosso della stessa Massafra, sia per la presenza dei camion che devono necessariamente attraversare la strada provinciale se la loro destinazione è ancora più a sud (Basilicata, Calabria, Sicilia ).E i problemi di sicurezza per gli automobilisti sono evidenti.

Ma Telerama si impegna pure a sostenere la creazione di un grande Distripark, che potrà consentirci di intercettare i traffici intercontinentali, ed anche di attrarre investimenti internazionali e che porti occupazione, ricchezza e valore aggiunto sul territorio. Ci impegniamo per garantire una maggiore polifunzionalità del porto di Brindisi, con la costruzione di un apposito molo carbone lontano da quello passeggeri, ma è soprattutto il grande porto di Taranto, il secondo d’Italia che però sta per essere surclassato da quello di Gioia Tauro, a dover essere concepito come la porta d’ingresso del Mediterraneo in Europa.

Ci battiamo per un suo potenziamento, ma anche per una sua gestione più aperta alle nuove esigenze e che contempli non solo quelle militari e della grande industria ma pure quelle turistiche, aprendo le rotte alle navi crociera.