Politica

Regionali 2020, al via la corsa di Scalfarotto

BARI – Inizia da Barletta, nella sesta provincia, la corsa di Ivan Scalfarotto alla presidenza della Regione Puglia. La sua sarà una candidatura alternativa a quelle “populiste” – ha spiegato -, “quella sovranista di Raffaele Fitto, quella antiscientifica della Laricchia e quella di palazzo di Emiliano”.

Una candidatura divisiva? No, dice convinto Scalfarotto. Perché una scelta unitaria era impossibile: “Noi – spiega – abbiamo molto auspicato che ci fosse una coalizione simile a quella che c’è a Roma, anche se a Roma è nata sotto condizioni di  forza maggiore. Io mi sento alternativo ai 5 Stelle anche sul piano dei valori. Però anche volendo fare una coalizione, una coalizione deve essere rappresentata da una persona che abbia la capacità di fare sintesi. Ora, è evidente che una persona con posizioni così nette, così estreme come Michele Emiliano, non poteva esser quella persona che teneva insieme anime diverse. Il Partito democratico pugliese – prosegue Scalfarotto – è schiacciato su quelle posizioni che sono vicine a quelle frange più estreme del Movimento 5 Stelle, rappresentate dall’ala movimentista della Lezzi e Di Battista. Quindi una coalizione guidata da Emliano sarebbe stato un esperimento politico fallimentare perché ha posizioni completamente diverse dalle nostre”.

Il sottosegretario del governo Conte, sostenuto da Italia Viva di Renzi, +Europa di Emma Bonino e Azione di Calenda, è stato supportato, nel suo primo evento pubblico, dal ministro Teresa Bellanova, dall’ex ministro Maria Elena Boschi. Anche per loro un percorso comune con Michele Emiliano era ormai da escludere. “Il Pd – ha commentato la Bellanova – ha scelto di partire da un uomo anziché da un programma quindi noi a questo punto siccome non vediamo né un programma condiviso, né una soluzione che riguarda al futuro, vediamo soltanto una gestione opaca del potere, una distribuzione clientelare di incarichi, una concezione del lavoro che è elargizione e non riconsocimento del diritto, è evidente che chi come noi ha una idea riformista delle politiche pubbliche, un’idea che dice che questa regione ha bisogno di una nuova classe dirigente, non può accettare i ricatti”.

“La presenza di Emiliano – ha aggiunto la Boschi – che da sempre ha posizioni diametralmente opposte alle nostre, su questioni importanti come vaccini, Ilva di Taranto, xylella, fino al suo sdoganamento di Casa pound, porta noi ad avere una posizione di coerenza con quella che abbiamo sempre sostenuto in questi anni e offrire ai cittadini pugliesi un’alternativa al populismo di centrodestra e un populismo istituzionale, come ha definito Emiliano la sua politica”.

Articoli correlati

Regione, un quinto degli eletti non rinuncia allo scranno comunale

Redazione

Bilancio, la maggioranza c’è ma non sulla partecipazione. Su Ilva volano querele

Redazione

Lecce 2024, Marti e Congedo: “Subito un tavolo”. MRS: “È tempo di scegliere”; i centristi aprono al dialogo

Redazione

Andrisano lascia la politica, Vitali lo bacchetta

Redazione

Caos parcheggi a Porta Rudiae: in Commissione le proposte di Scorrano

Redazione

Consiglio regionale al giro di boa: analisi politica a Controvento

Redazione