Politica

Il Consiglio di Stato congela per ora il cambio di maggioranza, per 7 giorni Consiglio comunale immutato

ROMA- Il Consiglio di Stato per ora congela gli effetti della sentenza del Tar sul cambio di maggioranza in Consiglio comunale a Lecce. Lo fa, al momento, con un doppio decreto d’urgenza (su quattro cause) in attesa di pronunciarsi con apposita ordinanza sulla richiesta di sospensione cautelare. “Il che significa che non c’è una sospensione piena dei dispositivi del Tar, due dei quali restano in piedi, almeno fino a quando non arriveranno tutti e quattro i decreti”, puntualizza Pietro Quinto, uno dei legali dei consiglieri di centrodestra.

Tecnicamente quelli giunti in queste ore sono decreti presidenziali “inaudita altera parte”, cioè emessi senza ascoltare la controparte, ciò che invece verrà fatto in sede di Camera di consiglio che dovrà essere fissata entro la prima udienza utile, proprio per discutere l’istanza cautelare e non ancora il merito. E questo perché il decreto è un provvedimento che viene adottato in caso di “estrema necessità ed urgenza”, disponendo, appunto, misure cautelari provvisorie. “Sette giorni di bocce ferme”, assicura Federico Massa, legale dei sei consiglieri di centrosinistra che rischiano di tornare a casa. Lui non ha dubbi: “Credo che il Consiglio di Stato abbia ragionato nei termini per cui, sulla base del solo dispositivo del Tar, invece di reintegrare il Consiglio con i sei consiglieri che devono subentrare, sia più ragionevole attendere di avere la motivazione della sentenza e poi risolvere la questione una volta per tutte. La nuova composizione dell’assise, infatti, sarebbe altrimenti ‘sub iudice’”.

Il ricorso in appello, con la richiesta di sospensione immediata degli effetti del dispositivo, era stato depositato in mattinata. I primi due decreti sono arrivati nel giro di poche ore e sono un passaggio quasi scontato: senza, sarebbe stato necessario dare esecuzione alla decisione del Tar, sostituire i sei consiglieri del centrosinistra con i sei del centrodestra che dovrebbero subentrare, e questo prima di un eventuale nuovo stop da Roma nei prossimi giorni, in caso di sospensiva, per la quale, comunque, gli avvocati del centrodestra annunciano che sarà battaglia piena. “L’orientamento giurisprudenziale è chiaro – rimarca l’avvocato Luciano Ancora – e non avrebbe senso bloccare il cambio in Consiglio fino al merito”.

Nel frattempo, saranno depositate le motivazioni a corredo della decisione del Tar, entro dieci giorni dal dispositivo. E questo costringe ad una doppia corsa: anche la sentenza sarà impugnata – non si sa ancora se con con motivi aggiunti o in via autonoma – davanti al Consiglio di Stato con richiesta, nuovamente, di ulteriore sospensiva. Altrimenti, diventa improcedibile anche l’attuale ricorso contro il dispositivo. E il cambio in assise, allora sì, sarà necessario subito.

 

 

 

 

 

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