CronacaEconomia

Ilva: Cassa integrazione? I sindacati rispediscono la proposta al mittente

TARANTO- L’Ilva proposte la cassa integrazione, i sindacati rispediscono al mittente la proposta e chiedono l’intervento del Ministero. Accade oggi, quando l’azienda ha confermato ai sindacati di categoria la necessità di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria per 4.984 dipendenti dello stabilimento di Taranto e 80 dello stabilimento di Marghera. Nel documento l’Ilva fa presente che si rende necessario “effettuare fermate parziali o anche totali di tutti gli impianti a valle e a monte del ciclo produttivo a caldo di Taranto, con inevitabile riduzione del fabbisogno di risorse umane”. L’ipotesi di esuberi per Taranto prevede la “sospensione” di 433 lavoratori dell’area Ghisa, 821 dell’area Acciaieria, 988 dell’area Laminazione, 916 dell’area Tubifici-Rivestimenti tubi-Fna, 896 del’area Servizi-Staff e 939 dell’area Manutenzioni centrali (in totale 4.114 operai, 574 impiegati, 296 equiparati).

Dal canto loro, Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto “ritengono inaccettabile aprire un confronto sulla Cassa integrazione straordinaria”, e “hanno rispedito al mittente” la proposta dell’azienda. In particolare – scrivono in un comunicato congiunto – il ricorso alla Cassa integrazione straordinaria rischia di aprire fronti incerti rispetto alle tutele occupazionali in una fase delicatissima con alle porte la cessione degli asset produttivi, oltre a produrre ripercussioni pesanti sul reddito dei lavoratori già fortemente penalizzati”. I sindacati, si aggiunge, hanno “rispedito al mittente la proposta aziendale nella consapevolezza che il tavolo di discussione, a questo punto, deve essere trasferito presso il competente Ministero al fine di ricercare una concreta risoluzione che tuteli l’occupazione e il reddito dei lavoratori”.

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