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Aeroporti di Puglia, la Regione incontra i sindacati e frena sulla fusione con Napoli. Ma Gesac conferma

BARI- Prima una comunicazione in giunta, poi l’incontro con i sindacati: la fusione tra Aeroporti di Puglia e Aeroporto Capodichino di Napoli continua a tenere banco dentro e fuori il palazzo presidenziale di Lungomare Nazario Sauro. Il governatore Emiliano e il capo di gabinetto Stefanazzi hanno informato gli assessori, sulle motivazioni che hanno portato a vagliare una soluzione del genere. Le stesse che sono state illustrate dal braccio destro del presidente, in una riunione con i sindacati. L’ipotesi c’è ma sarebbe ancora in fase embrionale. A spingere l’esecutivo ad assoldare un consulente che metta a punto un dettagliato report sulle prospettive di Aeroporti di Puglia da qui al 2043, è la scelta di altri scali italiani come Milano, Roma e Firenze di unire le forze con quelli vicini per creare un polo che abbia un potere contrattuale maggiore. Aeroporti di Puglia, ha spiegato Stefanazzi, è un gioiellino, con un utile da 1 milione e 300 mila euro e un traffico passeggeri in aumento, ma da solo potrebbe non farcela. Ecco perché occorre guardarsi intorno. Un altro fattore è l’intenzione di Ryanair di approdare con un hub nell’aerporto di Salerno, gestito da un’altra società. Nessun grosso problema per il traffico in entrata dalla Puglia, però la vicinanza dei due aeroporti implica il dover stare all’erta.

La fusione con lo scalo napoletano non è l’unica ipotesi in piedi, è stato aggiunto, si parla anche di apertura ad un privato puro, non insomma come Gesac, società misto pubblico privata che gestisce Capodichino. Da Napoli assicurano che l’operazione è a buon punto e le trattative sono in corso, a Bari frenano e nell’incontro con i sindacati dicono di essere ancora in fase di valutazione di tutte le possibilità, compresa questa. La riunione è terminata con un accordo tra Regione e sindacati che assicuri a questi ultimi di conoscere tutte le mosse studiate dall’esecutivo con tempestività e anticipo. Ma con la certezza che nessun lavoratore ne farà le spese. Intanto, però, il coro di no cresce. Le opposizioni vogliono vederci chiaro, parte della maggioranza fa lo stesso, la prossima settimana l’esponente di Sinistra Italiana Borracino ha convocato i vertici di AdP per approfondire l’argomento.

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