LECCE (di Mariella Costantini) – Metodo di ricerca dell’evaso completamente cambiato, il Procuratore Capo Cataldo Motta dice: “Si procede ora solo per obbiettivi mirati”. Dopo tre giorni di ricerche infruttuose la Procura di Lecce che coordina le forze dell’ordine che danno la caccia a Fabio Perrone, evaso dall’ospedale venerdì mattina, cambia strategia: setacciare il territorio , trascorso del tempo è un inutile spreco di energie.
E poi c’ è l’altra convinzione nelle parole del procuratore capo cataldo motta, anche se le certezze sono ancora lontane: Perrone si è imbarcato con l’auto su un traghetto ed è scappato in Albania o in Montenegro.
“Non si tratterebbe di traghetti di linea, dice Motta, le tracce lasciate da un’auto che si imbarca sono al vaglio delle indagini. Questo lascia presupporre che Perrone possa godere di appoggi, anche la sua fuga non è stata premeditata“.
Ma qualcuno ha visto Perrone in questi giorni? “Decine di persone, dice ironicamente il Procuratore, anche in posti diversi nello stesso momento”.
Nel frattempo emerge un nuovo particolare da un’informativa inviata alla Procura di Lecce a giugno: “Fabio Perrone aveva forse già progettato di evadere dal carcere salentino dov’era detenuto. Nel rapporto –si legge nella nota- veniva segnalato un possibile piano di fuga del detenuto in occasione dell’udienza del 23 giugno, al termine della quale Perrone è stato condannato all’ergastolo per omicidio e tentato omicidio. Le misure di sicurezza furono intensificate, ma non accadde nulla”.