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La rabbia del Salento corre sui binari

SALENTO- Non ad alta velocità, ma piano piano il Salento si svegia e si ribella. La decisione che, da Bari in giù, sta facendo montare la protesta, è quella di far fermare il velocissimo treno Frecciarossa a Bari. È da e per il capoluogo pugliese che, dal 20 settembre, si potrà raggiungere Milano in poco più di sei ore. Un viaggio monco, che taglia fuori il Salento, la cui “lunghezza” si estende verso sud per almeno altri 200 km fino a Leuca.
Eppure il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, aveva definito necessaria l’alta velocità nel Mezzogiorno, parlando anche della tratta Milano-Lecce. Ed anche se ha promesso che i soldi si troveranno per realizzare questo progetto, al momento Lecce, Brindisi e Taranto devono incassare il colpo: da Bari centrale, il viaggiatore che sia arrivato in 6 ore da Milano, dovrà prendere un altro, più vecchio e lento convoglio, per continuare il viaggio verso sud. E viceversa.

“Lecce ha già subito tagli ingiustificati –dice l’on. Rocco Palese- riteniamo che Renzi debba dare risposte chiare al sud, alla Puglia ed al Salento, già a partire dal discorso che terrà per inaugurare la Fiera del Levante. I dati del turismo di quest’anno dimostrano che il salento si è guadagnato tutta l’attenzione possibile”.

“E’ un problema vecchio -dice Paolo Pagliaro, dell’Ufficio di presidenza di Forza Italia e presidente del Movimento Regione Salento– e a Lecce non c’è il nuovo sistema di controllo centrale computerizzato, invece attivo da Bari a Bologna. A Lecce non hanno né la tecnologia né il personale formato per poter supportare un treno tecnologico come il Frecciarossa, perché per i dirigenti di Trenitalia la stazione di testa in Puglia è Bari, tagliando fuori, di fatto, un intero territorio. Non è possibile che ogni volta che il Salento è violato si debba assistere alle lacrime di coccodrillo dei parlamentari che non hanno mai compreso l’importanza di essere regione per non subire l’attivismo baricentrico. L’isolamento di trenitalia ha vecchia origine ed io sollevai il problema, inascoltato, già nel marzo 2010 ed oggi, a distanza di più di 5 anni, vediamo il concretizzarsi di quanto preannunciai quando chi oggi si affanna a scrivere non comprese le politiche regionali antisalento”.

Per il consigliere PD Ernesto Abaterusso “Non si capisce la scelta di Trenitalia mdi penalizzare ancora una volta il salento , come se non esistesse. Come se non fosse già abbastanza penalizzato dai contin ui tagli alle infrastrutture”. Anche l’udc leccese insorge: “Non e’ dunque bastato il boom turistico del Salento, che contribuisce non poco a far ridestare dallo 0 il pil italiano, a far comprendere che il Salento ha gli stessi diritti del Foggiano e del Barese? Da oggi .in qualita di Coordinamento provinciale UDC iniziamo un a battaglia di giustizia e coerenza insieme agli operatori turistici ed a tutti coloro che nelle istituzioni vorranno sostenere questa nostra legittima richiesta; ci rivolgeremo a chiunque, a partire dal nostro Assessore Totò Negro al Ministro Galletti, ai quali chiederemo di farsi promotori con il Presidente Emiliano e con il Primo Ministro Renzi di questa richiesta”.

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