CAPRARICA- La morte di Antonio Bruno, il 36enne di Caprarica folgorato martedì mattina da una micidiale scarica elettrica, è avvenuta sotto gli occhi dei clienti dell’area di servizio Apulia Petroli , di cui la vittima era socio.
A quell’ora, le 8, 30 del mattino, molti automobilisti si erano fermati nel distributore sulla provinciale 362 che collega San Cesario a Galatina per fare benzina. Hanno assistito, impotenti, alla morte del 36enne, lo hanno visto accasciarsi, colpito dalla prima scossa, poi rialzarsi stordito e toccare con la testa i fili della media tensione. È stato questo movimento ad ucciderlo.
Lo hanno raccontato e messo agli atti due testimoni. Erano molti di più, ma le loro versioni coincidono e sono bastate agli ispettori dello Spesal ed ai carabinieri per ricostruire esattamente l’accaduto. Antonio Bruno era sul cestello elevatore: accanto, nello stretto spazio della piattaforma, c’era Cesario Caputo , di Lizzanello, proprietario del macchinario e titolare della Caputo Impianti. Anche lui è stato colpito dalla scossa, ma non c’è stato il contatto diretto con i fili e si è salvato. Ha riportato delle ustioni sul collo, i medici ritengono che possa guarire in 25 giorni.
Dovevano cambiare una lampada sistemata su un palo all’interno dell’area di servizio, si era fulminata. Per questo Antonio Bruno si era alzato di buon mattino ed aveva atteso nell’area di servizio che l’amico arrivasse. Poi la tragedia. Un tragico incidente sul quale la Procura ha aperto un’inchiesta .
La testimonianza di Caputo sarà importante anche per capire che tipo di rapporti ci fossero tra i due, se di semplice amicizia o se ci fosse un contratto. Intanto il mezzo è stato sequestrato, anche questo sarà esaminato per capire se fosse in regola con i sistemi di sicurezza.
La morte di Antonio Bruno ha gettato nella disperazione la sua famiglia e centinaia di amici. Era padre da solo un mese.
