CASARANO- Le associazioni che si occupano di ambiente vogliono vederci chiaro. Non ci sono solo le dichiarazioni di Schiavone sul traffico dei rifiuti tossici che ha interessato il Salento, ci sono le parole del pentito Galati, che aveva indicato una vasta area trasformata in cimitero dei rifiuti, nell’hinterland di Casarano. Il Noe ha verificato queste segnalazioni attraverso apparecchiature sofisticate. Ora tutti hanno voglia di andare fino in fondo a questa storia. All’incontro hanno partecipato cittadini, associazioni e amministratori dei paesi limitrofi: tutti uniti sull’obiettivo di fare chiarezza, informare la cittadinanza, recepire istanze e idee, chiedere alle autorità l’accesso ai documenti e agli atti e rivendicare il diritto di essere rappresentati su tutti i tavoli, tecnici e istituzionali, che si apriranno sulla problematica.
Dalle carte del processo Spartacus, l’Indiano ha rintracciato le identità dei salentini di cui il pentito del clan dei casalesi parla alla commissione parlamentare sui rifiuti. Ci sono molti sospetti e molti elementi preoccupanti. La procura ha minimizzato l’allarme, ma la Provincia di Lecce non ha intenzione di lasciar perdere: Gabellone ha annunciato un approfondimento.
L’argomento dei veleni tombati nel Salento sarà affrontato in commissione Ambiente: sarà dato incarico all’avvocata Francesca Conte per l’acquisizione di tutta la documentazione relativa alla testimonianza di Carmine Schiavone. Il dibattito che si è aperto potrà essere solo uno stimolo a tenere alta la guardia nel futuro, perché certi scempi non si ripetano più.