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Il noir della Bignardi e il ‘Papa nero’ di Gambino

LECCE  –  Alla ricerca del sè, camuffata da romanzo d’amore. ‘L’acustica perfetta’, il nuovo libro di Daria Bignardi, è già un successo. La presentazione a Lecce è avvenuta al tramonto, sul sagrato della Chiesa di S. Irene, a cura della libreria ‘Liberrima’. E vi hanno assistito in tantissimi.

Dopo sua madre Giannarosa, la cui scomparsa è raccontata nel primo libro della giornalista e conduttrice tv ‘Non vi lascerò orfani’, e dopo il ‘Karma pesante’ di Eugenia, protagonista della sua seconda opera, nell’ultimo libro la Bignardi racconta di Sara e di Arno, una coppia di coniugi dalla vita regolare, scandita dalla solita quotidianità.

Finchè accade qualcosa di assolutamente inaspettato: Sara va via e lo annuncia al marito con un biglietto. Arno sarà costretto improvvisamente a fare i conti da solo con quella quotidianità e a scoprire le vere ed inedite personalità dei genitori e del suocero. Nel frattempo, cercando sua moglie, ne scopre i segreti.

La Bignardi, che ha il potere di far affezionare il lettore ai suoi personaggi – per i loro difetti più che per i loro pregi – in ‘L’acustica perfetta’, con il ritmo incalzante e misterioso degli avvenimenti, lascia incatenati al libro fino all’ultima pagina.

 E sempre ieri a Lecce,  il giornalista Michele Gambino ha incontrato il pubblico nell’Open Space di piazza S.Oronzo, tracciando un ritratto impietoso e nello stesso tempo affascinante di una delle figure più potenti e inquietanti che la storia italiana abbia mai avuto: Giulio Andreotti. Il suo libro s’ intitola appunto ‘Andreotti, il Papa nero’.

libro 'Andreotti, il Papa nero'

Il Papa nero, per il suo enorme potere, per la sua capacità di influire e decidere delle sorti dello Stato. Un libro che è un’antibiografia, e che si fonda su una tesi precisa, Andreotti è l’uomo dei grandi misteri italiani: stragi, bombe, piazza Fontana, rapporti tra mafia e politica, il sequestro Moro.

Per l’Italia, stretta tra il blocco sovietico da una parte e gli interessi americani dall’altra, c’era il concreto pericolo che il comunismo avesse la meglio. Bisognava fermare tutto questo, impedirne l’accesso al governo del paese. Per farlo c’era bisogno di una copertura politica e di un uomo che se ne assumesse la responsabilità. Quest’uomo è stato Giulio Andreotti.

 

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