Cronaca

Dalla Giornata della Memoria, alla guerra delle querele

SANNICOLA- Continua a suon di querele la polemica nata a Sannicola dopo una frase scritta su Facebook da una consigliera comunale. Una polemica politica approdata in Procura il mese scorso. Tutto è iniziato con una querela che la consigliera del centrosinistra Wilma Giustizieri, esponente di Sel, ha presentato con l’avvocato Pompeo De Mitri. da una frase che la consigliera ha scritto domenica 26 gennaio sul suo profilo Facebook: “Prima li bruciane e poi li ricordane..”.

Una frase che, nelle giornate dedicate alla Memoria dell’olocausto e soprattutto a poche ore dall’iniziativa di commemorazione in piazza organizzata dall’associazione Nov@lba di Sannicola, ha generato un vero caos. La consigliera ha puntato il dito contro almeno 12 persone, che l’avrebbero offesa pubblicamente, in consiglio comunale e con manifesti in giro per il paese, con “Parole- si legge nella querela- che trascendono la critica politica, che alimentano nella piena mala fede la mistificazione sul senso della mia frase, che esprimono disprezzo e mostrano intenti diffamatori, degenerando anche pesantemente nell’insulto personale”.

Ora sono il sindaco Cosimo Piccione, insieme al presidente del consiglio comunale più cinque tra assessori e consiglieri del gruppo di maggioranza “Sannicola cambia”, insieme al presidente dell’associazione Nov@lba, a sporgere querela contro la Giustizieri.

Assistiti dall’avvocato Sabrina Conte, puntano il dito contro la frase divulgata su internet, “finalizzata a screditare -spiega la Conte- (in ragione del credo politico) l’iniziativa dell’associazione Nov@alba. Appare una condotta penalmente rilevante integrante l’ipotesi di reato di cui all’art. 1 della legge Mancino che punisce chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico”.

In più, c’è una seconda querela “Perchè -spiega sempre la Conte- la denuncia strumentalmente depositata dalla Giustizieri, integra gli estremi del reato di calunnia. Lei tentava di spostare l’attenzione su una presunta responsabilità delle vere parti offese”.

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