Cronaca

Il “lago” della discordia

SANARICA- Ora che sono tornati gli uccelli, ora che, dopo le prime piogge della stagione, questa vecchia cava di contrada San Vito è tornata a riempirsi, riprendono anche le polemiche, aspre, sul lago della discordia, quello di Sanarica.
I mezzi sono a lavoro, il cantiere andrebbe terminato entro il prossimo inverno, in ballo ci sono 762mila euro: tanto costano i lavori, finanziati dalla Regione Puglia nell’ambito del progetto “Il mondo che vorrei”. Bello così, inusuale, questo scenario, in un’entroterra abituato ad avere poco a che fare con bacini d’acqua e uccelli migratori che stazionano qui. È per questo che, dallo scorso autunno e fino alla primavera, questo spettacolo ha richiamato curiosi e appassionati da tutta la provincia.

Ed è per questo che molti chiedo a gran voce che si preservi e non si alteri con altre strutture questo microcosmo, che ha iniziato a prendere forma, da quando sono state confluite qui le acque piovane di tutta Sanarica e quello che era un vecchio scavo è diventato un impluvio a tutti gli effetti. Ha altri progetti invece, si sa, l’amministrazione di Sanarica.

Quello che si vede sulla sinistra, recintato dall’incipit di un argine che sarà alto 3metri, dovrebbe essere il bacino che continuerà ad accogliere le acque piovane. E che alimenterà quello che dovrà essere un vero e proprio laghetto artificiale attivo tutto l’anno e dove dovrebbero arrivare acque fitodepurate e non, come ora, quelle tout court, cariche di residui e provenienti dalle strade. Ci tengono a rimarcarlo i progettisti, tutti presenti nella stanza del sindaco Aprile.

Ciò che si teme, poi, il fatto che si trasformi in pantano anche il resto della cava, che dovrebbe ospitare un parco giochi, dovrebbe essere scongiurato. I percorsi attrezzati, infatti, saranno ospitati su terrazzamenti che dovranno essere costruiti sulla parete ad est della cava, sopraelevati e protetti, dunque, da eventuali inondazioni. “Si poteva scegliere un altro posto per questo”, continuano a dire gli ambientalisti. “invece no”, ribadiscono dall’amministrazione: “Quella cava, altrimenti, continuerà ad essere un acquitrino a stagioni alterne”.

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