CronacaEconomia

Ilva, ore cruciali. Clini: “Il blocco sarebbe una contraddizione”

TARANTO – Terminato l’incontro tra  l’Amministratore delegato dell’Ilva Bruno Ferrante e il Ministro dell’ambiente Corrado Clini, il Sottosegretario allo sviluppo economico Claudio De Vincenti e il Capo di gabinetto del Ministro Fabrizio Barca, Alfonso Celotto. ”L’incontro – si legge in una nota – e’ stato l’occasione per sollevare le problematiche ambientali e industriali dell’Ilva di Taranto, anche in vista del protocollo d’intesa per il risanamento ambientale e il rilancio produttivo dell’area di Taranto che verrà sottoscritto nei prossimi giorni tra i Ministeri dell’ambiente, dello sviluppo economico e della coesione territoriale, la Regione Puglia, la Provincia e il Comune di Taranto”.

Sarà avviato dunque, nei prossimi giorni, un gruppo di lavoro tra i Ministeri e Ilva per analizzare le problematiche relative alle procedure di autorizzazione ambientale e di bonifica dei suoli. Il tutto per individuare, insomma, un percorso condiviso che permetta di proseguire le iniziative già adottate dall’Ilva per la riqualificazione ambientale dello stabilimento tarantino. Questo, in primis,  l’obiettivo stabilito durante l’incontro. I ministeri e Ilva valuteranno, inoltre, come ottimizzare le risorse finanziarie disponibili per la riqualificazione industriale di Taranto.

Confermati gli incontri del 26 tra Clini e Ilva e del 24 luglio, tra i rappresentanti dei Ministeri dello sviluppo economico, della coesione territoriale e dell’economia con la classe politica tarantina, i sindacati stanno già organizzando i pullman per andare a Roma a difendere il diritto al lavoro.

E’ proprio sulle teste dei dipendenti (12mila), che pende la paventata ordinanza di chiusura. È una guerra tra diritti, insomma, quella che sta facendo tremare Taranto. Il diritto al lavoro. Il diritto alla salute. Il diritto alla vita. In una parola sola, il rispetto della dignità umana. Tutto nelle mani di politica e magistratura. Questa potrebbe optare per un sequestro senza facoltà d’uso, il che imporrebbe all’Ilva di Taranto, la più grande acciaieria d’Europa, di spegnere gli impianti.

di Alessandra Martellotti

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