Politica

Giovani PD presidiano via Tasso: “Via questa classe dirigente”

LECCE  –   La grande foto di Giorgio Napolitano, appesa in via Tasso, suona come una beffa. Prima garante, ora iceberg contro cui il PD va a schiantarsi, dopo aver proposto il suo bis, nome successivo a quelli bruciati di Franco Marini e Romano Prodi.

Tutto pur di non continuare a votare Stefano Rodotà, nome del M5S, ma più che familiare alla base piddina.

L’onda lunga dello psicodramma romano arriva anche a Lecce. E porta i Giovani Democratici salentini a presidiare la sede provinciale di via Tasso. “Non siamo qui per difendere una classe dirigente indifendibile ma per proteggere un partito, che non sappiamo se arriverà a domani”, dicono in un’assemblea in cui gli umori sono da funerale.

L’appello è ai parlamentari leccesi che sono a Roma. Ieri, Bellanova e Maniglio hanno apertamente dichiarato di votare Prodi. Ma la fedeltà alla linea politica sembra non pagare più. Ecco perchè dal Salento l’invito è a ribellarsi alla nomenclatura imposta dall’alto e di ascoltare il respiro della base. Che spinge su un solo nome: appunto, Rodotà.

Dalle riunioni fisiche alle piazze virtuali. Le bacheche Facebook dei grandi elettori Teresa Bellanova, Salvatore Capone, Massimo Bray, Antonio Maniglio sono intasate di imperativi e interrogativi: “Votate Rodotà”, “Perchè non Rodotà?”. Stavolta la base parla con le stesse parole del Segretario regionale Sergio Blasi e del Presidente regionale Michele Emiliano. Ma non risparmia nessuno. Neppure loro.

A rischio c’è la stessa sopravvivenza del PD. Non solo l’elezione del Presidente, che ha svelato le faide interne ancora cocenti sotto la cenere. Presupposto di fronte al quale la prospettiva, almeno a livello locale, è l’anticipazione del Congresso provinciale.

 

 

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