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Danni da siccità, la beffa: ai comuni meno del 10% degli aiuti dovuti

SALENTO – Al danno si aggiunge la beffa… Per i danni causati agli agricoltori dalla tremenda siccità del 2022, i comuni pugliesi avevano documentato e avanzato la richiesta di risarcimento. Alla siccità di riflesso, risponde arida, anche la mano degli aiuti elargiti dal Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Ambientale della Regione Puglia, tanto che ai comuni arriva meno del 10% di quelli dovuti. La Confederazione Italiana Agricoltori, considera gli importi insufficienti suggerendo di istituire un fondo nazionale più ampio. Il problema non sarebbe solo legato alla carenza dei fondi ma anche alla lentezza e alla macchinosità nell’erogazione degli aiuti.

I comuni pugliesi avevano documentato e avanzato la richiesta di contributi pari a poco più di 141milioni e mezzo di euro. A fronte di quella richiesta, la Regione Puglia ha valutato come sufficienti 11,9 milioni, ovvero meno del 10%. Il dirigente del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia ha formalizzato la proposta urgente al Ministero dell’Agricoltura, con l’elenco degli importi dei contributi in favore delle amministrazioni comunali. Spiccano Cerignola e Andria a cui viene assegnato poco più di un milione, ma i danni subiti dalle produzioni sono 10 volte tanto. A Taranto 203mila euro sui 2,4 milioni richiesti. Per l’area di Brindisi, si segnala Francavilla Fontana dove a fronte di 1.214.831 euro richiesti se ne riconosceranno solo 101mila. Per la provincia di Lecce, il “miglior piazzamento” se lo aggiudica Nardò a cui andranno 97mila euro a fronte di 1.168.322 euro richiesti. Bagnolo del Salento riceverà meno di 10 euro, appena 8,41 euro.

L’anno scorso era stato avviato, a seguito delle segnalazioni pervenute dai Comuni e dalle organizzazioni professionali agricole, l’iter previsto dal decreto legislativo 102/2004 e successive modifiche a causa della forte siccità. I servizi territoriali di Bari-Bat, Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto hanno effettuato i necessari sopralluoghi per rilevare il tipo, la natura e l’entità del danno, accertando che c’erano tutte le condizioni per formulare la proposta di declaratoria al Ministero dell’Agricoltura. Risposte irrisorie da parte delle istituzioni. La Cia incalza chiedendo di modificare il decreto legislativo 102/2004, prevedere un più ampio e agevolato accesso alla copertura assicurativa per le imprese agricole danneggiate da eventi estremi. Un altro aspetto da rimarcare è la mancata programmazione e realizzazione di opere idrico-irrigue essenziali. Ecco perché l’assegnazione dei fondi appare una doppia beffa per gli agricoltori.

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