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A scuola con le armi: l’allarme nelle chat tra minorenni. Perquisizioni anche a Lecce

LECCE – Scambi in chat tra minorenni su armi, munizioni ed esplosivi, con tanto di foto e consigli sulle modifiche da apportare a pistole e molotov.

C’è anche Lecce tra le città amaramente protagoniste dell’ultima follia social. Nella chat Telegram, finita al vaglio degli inquirenti dal 2022, qualcuno ha riferito di aver portato una glock, una pistola semi-automatica, persino a scuola.

In queste ore otto perquisizione di Digos e Polizia sono in atto in altrettante abitazioni di minorenni residenti a Lecce, Avellino, Milano, Pisa, Sassari, Nuoro e Treviso. I blitz sono scattati al margine dell’inchiesta coordinata dal Tribunale per i Minori di Milano, con in prima linea gli agenti della Polizia Postale.

Nella chat sotto accusa frasi scioccanti di adolescenti che riferivano di aver portato a spasso le armi in luoghi pubblici, tra cui la scuola.

Una frase su tutte – estrapolate dalla chat – la dice lunga: “I miei genitori – scrive un ragazzino – sono contrari alle armi, allora me le fabbrico io oppure me le prendo da qualche parte […] Ci ho sparato con una glock vera… […] Te lo dico perché le modifico da quando avevo 14 anni […]”.

Al momento la veridicità di questa ed altre affermazioni simili non può dirsi accertata. Fatto sta che le prime perquisizioni hanno già dato esito positivo, confermando il possesso di materiale esplosivo, coltelli, tirapugni e armi giocattolo.

Il tenore delle frasi è presto detto: “Io avevo una glock, ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano”. “Io sono andato con un multitool con coltello, ho rischiato molto di andare al minorile”. “Io portavo quello a scatto nel giubbino”.

Botta e risposta con al seguito anche foto e video per dimostrare l’effettivo utilizzo dell’armamentario. E poi via di consigli e video dimostrativi.

“Avete mai fatto una molotov? io sì […] martedì provo a fare del napalm […] Qualcuno ha ha un video Tutorial per un detonatore? […] buon pomeriggio, ecco a voi un piccolo dispositivo. […]”.

All’esito delle perquisizioni, saranno accertati i reati commessi ed eventuali responsabilità penali degli internauti, nessuno dei quali ha raggiunto la maggiore età.

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