Cronaca

“Ti avveleno, così muori” e poi piatti e minestre addosso alla madre: condannata

TAVIANO – “Qualche giorno ti metto il veleno nel mangiare così ti faccio morire” oppure “qualche giorno ti butto dal balcone così te la faccio finire” o “ti taglio la gola mentre dormi, così non te ne accorgi nemmeno“. È il tenore delle frasi che quotidianamente una 48enne di Taviano avrebbe rivolto alla madre disabile con la quale conviveva: per questo nelle scorse ore è stata condannata a quattro anni di reclusione, interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e risarcimento dei danni in separata sede.

Non solo minacce. La donna – si legge dalle carte del processo – per nove anni avrebbe umiliato e vessato la madre di 68enne e priva di un arto. Lo avrebbe fatto con insulti e minacce, percuotendola ogni giorno, schiaffeggiandola e tirandole calci, rompendole piatti in testa e cagionandole ferite, arrivando persino a gettarle addosso caffè o minestre bollenti. Il tutto con l’aggravante di aver commesso i gravi gesti alla presenza dei figli minori dell’imputata, nonché nipoti della vittima. Vittima che, esasperata, ad un certo punto ha supplicato il genero di salvarla dalla sua aguzzina.

Nonostante l’evidente disabilità, la 68enne sarebbe stata lasciata da sola in casa più volte chiudendo la porta a chiave, senza che la figlia si preoccupasse delle necessità primarie della madre.

La sentenza, emessa dalla giudice Maddalena Torelli, ha condannato la donna per maltrattamenti in famiglia. Il pubblico Luigi Mastroniani aveva invocato la condanna a tre anni di reclusione.

In fase dibattimentale l’avvocato Davide Spiri, legale di parte civile, aveva menzionato un provvedimento emesso in precedenza dal Tribunale dei Minori di Lecce. L’imputata era stata allontanata dalla casa famiglia che ospitava lei e i figli, essendosi resa responsabile di episodi di violenza e aggressione nei confronti di altre madri ospiti.

Difesa dall’avvocato Biagio Palamà, alla 48enne non resta adesso che attendere le motivazioni della sentenza entro 15 giorni, per poi valutare il ricorso in Appello.

E.FIO

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