Cronaca

“Storpio, vai a cuccia”: condannate moglie e figlia di un 63enne disabile

PATU’ – “Sei uno storpio…vai a cuccia”. È il tenore degli insulti che quotidianamente un 63enne di Patù, venuto a mancare nel 2020, avrebbe subìto da moglie e figlia. Entrambe sono state adesso condannate rispettivamente a 4 anni e mezzo e a 5 anni di reclusione, con l’accusa di maltrattamenti. Il pubblico ministero aveva invocato una condanna a due anni e mezzo di reclusione ciascuna. Ad emettere la sentenza, che ha inasprito la pena, è stata in mattinata la Giudice Francesca Mariano.

Il caso è approdato in tribunale dopo la denuncia dello stesso 63enne che nel 2019 si è rivolto ai carabinieri.

Quel 19 giugno l’uomo raggiunse la caserma raccontando di aver subito poco prima un’aggressione da parte della consorte, che al culmine di un litigio gli avrebbe messo le mani al collo. Ricostruzione, questa, confermata nel corso del processo dal nipotino (di 9 anni) della coppia, l’unico ad aver assistito alla scena.

In quella stessa occasione l’uomo aggiunse poi di aver subito insulti e vessazioni dal 2014, anno in cui – a seguito di una malattia -aveva perso la capacità di deambulare, se non per il tramite di una sedia a rotelle.

Assistite dall’avvocato Cosimo Casaluci, le due donne faranno ricorso in Appello, determinate a dimostrare la propria innocenza. Di più: stando a quanto dichiarato da entrambe, sarebbero state loro a subire in più occasioni violenza fisica da parte del padre e marito.

Intanto per il figlio del 63enne, costituitosi parte civile con l’avvocato Federico Martella, è stata disposta una provvisionale di 5mila euro.

E.Fio

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